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Belgio stritolato da una “fiaba”: ai bambini insegnano cosa fare se arriva il lupo cattivo

Terrorismo sempre in primo piano e allora ecco che anche i piccoli alunni vengono 'addestrati' a reagire nel modo giusto. Ancora per oggi gli istituti

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Terrorismo sempre in primo piano e allora ecco che anche i piccoli alunni vengono ‘addestrati’ a reagire nel modo giusto. Ancora per oggi gli istituti belgi resteranno chiusi, così come metrò, cinema e centri commerciali.

Come un bellissimo ma fragile castello di carte. E’ così che il Belgio si presenta al mondo in questi giorni di grande paura. Il terrorismo sta vincendo? No, diciamo pareggiando e facendo un gran possesso palla (per usare una metafora calcistica). Anche per oggi, le scuole restano chiuse così come metropolitane, centri commerciali e molti negozi. C’è un’aria strana. E Bruxelles sembra una bella foto in bianco e nero più che una delle capitali più importanti d’Europa. Complice, senza dubbio, il ritrovamento di armi batteriologiche nel quartiere di Molenbeek, residenza di una larga maggioranza di islamici.
Capitolo importante riguarda le scuole. Beh, stanno reagendo a loro modo. Il governo belga ha disposto che a tutti gli alunni del paese vengano insegnate le manovre da seguire in caso di nuovo attacco terroristico. Anche qui siamo nel paradosso, ma sono misure che probabilmente vanno adottate. Quantomeno per non avere rimpianti. Scorrendo vari siti belgi, si legge che i bambini ormai tornano a casa raccontando ai genitori di aver assistito alla lezione di “alcune persone arrivate in classe per insegnargli cosa fare nel caso in cui torni il ‘lupo cattivo’”. Inutile dire che questo ‘lupo cattivo’ è un modo dolce per dire ‘terrorista’.
Insomma, questi particolari insegnanti cosa spiegano ai giovani alunni? Ad esempio che se arrivassero questi lupi, devono subito mettersi una matita in bocca e stringere i denti “forte forte”, poi ripararsi rapidamente sotto ad un banco e, senza gridare, strisciare pancia a terra, come i soldati, e cercare una via di fuga. Ovviamente, l’opinione pubblica è spaccata a metà: c’è chi dice che queste ‘lezioni’ possano turbare psicologicamente i piccoli studenti e chi, invece, che è giusto che siano tutti pronti in caso in cui la minaccia si materializzasse.
Prevenire, spesso, è meglio che curare, #FacceCaso. E intanto Bruxelles e tutto il Belgio continuano a sembrare una bella foto in bianco e nero.

Di _Riccardo Zianna_

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