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L’Università in Italia vale meno di un caffè al bar

Cifre spaventose testimoniano che il nostro Paese continua ad ignorare il mondo dell'Istruzione Sì, sembra davvero che per il Governo l'Università val

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Cifre spaventose testimoniano che il nostro Paese continua ad ignorare il mondo dell’Istruzione

Sì, sembra davvero che per il Governo l’Università valga meno di caffè. Fuor di metafora, circolano numeri preoccupanti sui nostri Atenei e su quanto il Governo spenda effettivamente per l’istruzione. Diamo qualche numero: si sono ridotti di oltre 66 mila (-20%) gli studenti immatricolati; i docenti sono scesi a meno di 52 mila (-17%); il personale tecnico amministrativo a 59 mila (-18%); i corsi di studio a 4.628 (-  18%); il fondo di finanziamento ordinario delle università è diminuito, in termini reali, del 22,5%. Proseguendo con percentuali e numeri che fanno rabbrividire, la forbice tra Nord e Sud (roba di cui abbiamo parlato ampiamente QUI), è sempre più ampia. Pensa che il 17,5% degli studenti del Meridione abbandona l’università dopo appena il primo anno, mentre al nord siamo al 12,5%. Poi, oltre il 50% del calo degli immatricolati è concentrato nel Mezzogiorno (-37.000 dal 2003-04 al 2014-15) e il 30% degli immatricolati si trasferisce al Centro-Nord.
L’Italia? Sì, alle soglie del 2016 siamo ancora uno Stivale senza uno solido tacco.

Di _Riccardo Zianna_

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