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Il professore Panebianco dell’Università di Bologna avrà la scorta

Il professore Panebianco dell’Università di Bologna avrà la scorta

Alfano: “A Panebianco manifesto solidarietà e vicinanza”. Il Professor Panebianco avrà la scorta. A seguito delle contestazioni ricevute in aula, e pr

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Alfano: “A Panebianco manifesto solidarietà e vicinanza”.

Il Professor Panebianco avrà la scorta. A seguito delle contestazioni ricevute in aula, e precisamente il 22 e il 23 febbraio, il Comitato per l’ordine e la sicurezza ha disposto un consiglio per il giorno 26 c.m., durante il quale verrà messa al vaglio la possibilità di assegnare una scorta al politologo. A confermarlo addirittura il Ministro dell’Interno Angelino Alfano: “A Panebianco manifesto solidarietà e vicinanza. Tutti i servizi di sicurezza che lo possono riguardare sono stati attivati. Il radicalismo e lo squadrismo (…) sono germi pericolosi di cui dobbiamo tenere giusto conto.” Ma perché il ministro parla di radicalismo e squadrismo riferiti a questa vicenda? Cerchiamo di capirlo. Pochi giorni fa, il 22 e 23 per l’appunto, degli studenti, appartenenti al gruppo di estrema sinistra Cua (Collettivo autonomo universitario), hanno interrotto più volte la lezione del professore accusandolo di essere a favore dell’intervento militare in Libia.

Fuori i baroni dall’università hanno scritto sulla lavagna e cori come “vattene, hai le mani sporche di sangue” si sono levati nell’aula, come si vede nel video presente sull’Espresso. Intanto, sono stati identificati dalla polizia i partecipanti alle manifestazioni contro l’insegnante ed i pubblici ministeri già indagano per “interruzione al servizio pubblico”, fanno sapere dalla Procura. Ora, una piccola nota a margine: l’idea della protesta è lecita, quasi dovuta, ma è veramente questo il modo? Dice Berardi su Facebook (storico leader bolognese della contestazione del 1977 n.d.r) “dobbiamo stupirci se si e messo a strillare qualcuno degli studenti che stanno pagando con la precarietà e la miseria le scelte dell’Europa Finanziaria, e che omani pagheranno con la vita le scelte dell’Europa militare? Mi preoccupano molto di più tutti quegli studenti cui la disperazione ha tolto perfino la voce e la dignità di ribellarsi”.

Ed io aggiungo, di nuovo, ma è veramente questa la modalità corretta di protesta? E’ protestare zittire qualcuno con urla e offese? E’ protestare accanirsi in tanti contro uno, senza lasciare nemmeno possibilità di replica? Non è protestare, è mostrare una rabbia giusta, legittima ma infantile e disorganizzata, che porta a null’altro che al mondo in cui ci troviamo oggi. Un mondo infantile e disorganizzato. Si alla protesta, ma che ci sia logica dietro.

Di Giulio Rinaldi

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