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“Under the bridge”: volontà vs sostentamento attraverso il potere evocativo dell’insegnamento

Come riuscire a frequentare la scuola se non si hanno i mezzi necessari per crearla? Ce lo mostra un gruppo di volontari indiani con il ponte delle “m

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Come riuscire a frequentare la scuola se non si hanno i mezzi necessari per crearla? Ce lo mostra un gruppo di volontari indiani con il ponte delle “meraviglie”.

Di Carolina Saputo

Si, è proprio vero: per insegnare, trasmettere, educare, non è importante dove, ma come. Un’aula standard completamente accessoriata con carte geografiche, sedie, banchi e lavagna può ad esempio trasformarsi in un ponte della metropolitana. Sembra una storia che ha dell’inverosimile ma così non è. Non molto tempo fa infatti (precisamente nel 2013) un gruppo di volontari indiani, sotto la saggia guida di Rajesh Kumar Sharma, ha scelto di aiutare i bambini di New Delhi che non possono permettersi i costi di una adeguata educazione. Ovviamente avere forza di volontà e desiderio di rendersi utili non bastano, perciò è lo spirito d’adattamento a prendere il sopravvento. In questo modo l’archetipo della classe cambia forma diventando un ponte: Una sola condizione necessaria: che l’acqua del fiume non sia troppo alta.

È lo stesso Sharma a spiegare l’avvio dell’iniziativa, raccontando di aver dovuto lasciare presto la scuola per problemi economici, con la personale promessa che nessun altro subisse la sua stessa sorte. Ha dovuto perciò stringere i denti, e soprattutto convincere molti genitori che preferivano mandare i figli a lavorare, ma alla fine è riuscito ad avviare un grande progetto che ha già permesso a tanti bambini di non perdersi per strada e riuscire ad entrare in una normale scuola pubblica. Gettando un rapido sguardo al presente e al futuro, è semplice constatare come l’idea abbia riscosso un certo successo: attualmente oltre 200 bambini frequentano la scuola gratuita, sostenuta a vario titolo da associazioni come “Un ponte per Anne Frank”, che qualche mese fa ha donato per quattro giorni consecutivi dolci e biscotti di vario genere a tutti i partecipanti. Regalare un futuro migliore a chi non ne ha la speranza attraverso il potere evocativo della parola, che è in grado di cambiare aspetto ad ogni luogo: in definitiva, è davvero il ponte delle “meraviglie”.

Di Carolina Saputo

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