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L’educazione sessuale a scuola non deve essere un tabù

L’educazione sessuale a scuola non deve essere un tabù

Bisogna ascoltare ed aiutare i ragazzi che, nel pieno della loro adolescenza, hanno tutto il diritto di essere informati da specialisti. Nel XXI secol

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Bisogna ascoltare ed aiutare i ragazzi che, nel pieno della loro adolescenza, hanno tutto il diritto di essere informati da specialisti.

Nel XXI secolo parlare di sesso, soprattutto con adolescenti, è ancora un tabù. I ragazzi non ne parlano, fanno le loro sacrosante esperienze e finisce lì la questione. Quando poi si devono confidare con un esperto, che non sia il loro amico spavaldo sull’argomento, non lo fanno mai magari con i loro genitori ma preferiscono confidarsi con chi non li conosce, come se non potesse giudicarli. E’ però normale che avvenga questo: i nostri nonni, infatti, hanno agito nella stessa maniera con i nostri genitori ma erano altri tempi, dove anche vestirsi in una certa maniera poteva provocare scandalo (chiedere a Raffaella Carrà per ulteriori informazioni).

Scherzi a parte, l’educazione sessuale all’interno delle scuole dovrebbe essere qualcosa di assodato oramai ed invece da noi la tematica è ancora in alto mare. Obbligatoria all’interno dei Paesi Ue l’Italia insieme a Bulgaria, Cipro, Polonia e Romania, hanno deciso però di non attuare questa novità. La stessa Gran Bretagna, che aveva preso la stessa decisione delle precedenti, si sta cercando di muovere verso una strada che porterebbe all’obbligo dell’educazione sessuale all’interno della scuola sia primaria sia secondaria.

Con un’informazione blanda e sopravvalutando il problema si rischia pesantemente che i giovani non capiscano il reale valore e, cosa ancor più grave, essendo inconsci di quel che si fa si può incorrere in qualche grosso guaio. E’ necessario l’intervento di un esperto che possa ascoltare tutti i dubbi e le incertezze di un adolescente, il quale viene catapultato in un universo del tutto nuovo passando dalla scuola media a quella secondaria (non che prima non si facciano esperienze). Non avendo una figura con cui confidarsi e con cui essere veramente se stessi, il primo strumento che viene in mente per avere maggiori informazioni è internet, che in questi casi può essere nocivo. Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva, parla di “sesso svuotato di senso”, del quale i ragazzi ritengono estremamente necessario in quanto unica porta per entrare nel mondo degli adulti e che, senza una guida, rischiano di diventarne vittime.

Proprio per questo ha aperto uno sportello chiamato “Chiedilo agli esperti di Diregiovani.it”, che provvede a rispondere alle domande poste dai ragazzi. Con la frequenza sempre meno assidua delle Asl all’interno delle scuole, primi portavoce sull’argomento, ora è tutto lasciato nelle mani del professori, consultori ed associazioni. Eppure di proposte ne erano state fatto, ad iniziare dal Pci e dai socialisti, fino ad arrivare agli attuali M5S e Forza Italia. Certo è che la nuova ideologia gender, che ha provocato molto scalpore e tante polemiche, non ha aiutato lo sviluppo dell’educazione sessuale nelle scuole, per paura che potesse essere strumentalizzata. Nella provincia di Ercolano (Na) Raffaella De Simone, ginecologa e consulente sessuale sta cercando di portare avanti il così detto progetto pilota, chiamato “Capire l’amore”, per sponsorizzare l’educazione sessuale in tutto il Sud.

Parlarne e far sì che se ne parli: è uno dei modi per far svanire questo tabù medievale. Il sesso è un qualcosa che ci appartiene quotidianamente ed è giusto avere il diritto di sapere prima di commettere sbagli che possano compromettere la nostra vita. Inutile dire che anche per i più piccoli sarebbe utilissimo un confronto: ma questa, forse, è un’altra storia.

Di Lorenzo Santucci

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