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La ricetta di Rocco Siffredi per le case chiuse spiegata all’Università

La ricetta di Rocco Siffredi per le case chiuse spiegata all’Università

L'Italia insegue l'Europa: le case chiuse come soluzione a sfruttamenti, rischi per la salute e tasse. E intanto il pornoattore spiega il suo punto di

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L’Italia insegue l’Europa: le case chiuse come soluzione a sfruttamenti, rischi per la salute e tasse. E intanto il pornoattore spiega il suo punto di vista agli studenti dopo l’incontro negato qualche settimana fa.

Di Giulia Pezzullo

18 marzo 2016, Firenze, Caffè La Corte. Non è la data di un appuntamento galante, bensì di un sudato incontro socio-politico in cui si dibatterà il tema della riapertura della case chiuse in Italia. Ospite d’onore, Rocco Siffredi. Sì, avevamo accennato ad un possibile invito del pornoattore nelle aule dell’Ateneo, ma poi, se ricordi, non se ne era fatto più nulla.
Era già noto che gli esponenti di Azione universitaria del Polo di Novoli avevano chiesto il permesso di tenere una conferenza per discutere sulla proposta di abrogazione della legge Merlin (75/58 sulla chiusura delle case di tolleranza). Nelle sale ‘istituzionali’ dell’Università, dunque, niente Italian Stallon: si dovrà accontentare di una location meno formale ma del calore dei ragazzi. Assieme a lui, alla fine, ci saranno quattro esponenti politici del consiglio regionale: Nicola Ciolini del Pd, Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, Claudio Borghi di Lega Nord e Andrea Quartini del M5S.

Tornando al ‘Rocco Nazionale’, la presidentessa di Azione Universitaria, Angela Sorice, aveva detto: “Non l’abbiamo invitato come ex pornodivo. Siffredi è un imprenditore visto che a Budapest, dove vive, gestiste una vera e propria attività di case chiuse. Sul tema, Siffredi è stato intervistato dalla Rai e anche da Mediaset, che ha mandato in onda un servizio su Le Iene”. Forti della loro idea, gli studenti di Novoli si sono quindi organizzati diversamente per non venire meno al dibattito “Case chiuse: l’Italia verso l’Europa”, evento che si inserisce nel programma della Fiera dell’eros che si svolgerà a Calenzano tra il 17 e il 20 marzo. Insomma, l’incontro si terrà negli spazi privati del Caffè La Corte nel piazzale dell’Università come dicevo all’inizio del pezzo.

Concettualmente parlando, il tema della riapertura delle case chiuse ha una carica esplosiva non indifferente in un Paese come l’Italia, così ancorato al passato e così chiuso mentalmente su argomenti di cui si dovrebbe ormai dibattere in modo costruttivo e propositivo. Quello della prostituzione è un problema da non sottovalutare, sfortunatamente o meno. Nello Stivale, infatti, le donne che praticano il mestiere più vecchio del mondo non sono tutelate in nessun modo e tantomeno lo è lo Stato. Considerando il fatto che il portafoglio delle lucciole non piange poi così tanto e che spesso e volentieri le ragazze vengono picchiate e maltrattate da qualcuno che dirige il traffico del sesso sulle strade, si può giustificare la proposta di riapertura delle case chiuse che garantirebbero assistenza sanitaria, protezione e riscossione delle tasse dovuta alla legalizzazione (a conti fatti) di un vero e proprio lavoro. È con questi punti chiave che i vertici politici della nazione, già da qualche tempo, hanno iniziato a chiedersi se non sia arrivato il momento di eliminare la legge Merlin, che nel lontano 1958 ordinava la chiusura delle case di tolleranza e metteva al bando la prostituzione. Era un’altra Italia, erano altri tempi in cui la moralità veniva prima del pragmatismo ed era un periodo durante il quale non avevamo l’obbligo di tener testa ad un duro confronto sociale e politico che ormai è pane quotidiano.

Oggi siamo etichettati, controllati e gestiti da un’Europa che sta qualche passo avanti a noi, oggi dobbiamo svecchiare la bella Italia e renderla parte attiva del futuro. Non viene richiesta la negazione della propria identità di nazione, non viene richiesta l’abolizione del fascino di uno Stato che vanta secoli di storia; si richiede di aprire gli occhi per non perdersi in sciocchezze dettate dai capricci di qualche nobilissimo vecchio lupo di mare. L’apertura mentale non è una frattura del cranio. #FacceCaso.

Di Giulia Pezzullo

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