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È una palestinese la miglior insegnante del mondo

Grazie al suo particolare insegnamento, Hanan Al Hroub è stata nominata direttamente da Papa Francesco come vincitrice del premio messo a disposizione

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Grazie al suo particolare insegnamento, Hanan Al Hroub è stata nominata direttamente da Papa Francesco come vincitrice del premio messo a disposizione dalla Fondazione Varkey.

Di Lorenzo Santucci

L’importanza dell’insegnamento e, soprattutto, dell’insegnante sono fondamentali all’interno di qualsiasi Paese. Una figura che permette all’individuo di formarsi sia culturalmente che umanamente, venendo indirizzato nei binari della vita.
A Dubai è stato nominato, direttamente da Papa Francesco, il miglior docente del mondo: non insegna all’interno di università o scuole prestigiose, ma in un centro profughi. Hanan Al Hroub, palestinese di 43 anni, è stata premiata per il suo tipo di insegnamento: quello dell’imparare tramite il gioco, con l’obiettivo di raffreddare quelle tensioni che da decenni sono presenti nelle vite dei palestinesi e degli israeliani, oltre che di quello meramente scolastico (comunque di poco conto). Il suo insegnamento è iniziato proprio con i suoi figli che hanno avuto un’infanzia a dir poco difficile: dopo aver visto il loro padre ferito dagli israeliani hanno deciso di non uscire più di casa per paura, rinunciando in tal modo anche alla scuola. Così, la loro insegnante è diventata Hanan, che ha deciso di ribadire ancor di più il concetto di pace (“le uniche armi sono l’educazione e l’istruzione”). Il premio che gli è stato dato dalla Fondazione Varkey è di un milione di euro, cifra che utilizzerà per dare ancora più adito alla sua missione di insegnante. “L’istruzione” -continua Hannan- “ci aiuterà a riprenderci la terra che ci è stata privata poiché eravamo ignoranti”.

La concorrenza per questo premio non era di certo poca: infatti erano ben ottomila i candidati. Dei dieci finalisti, oltre ovviamente all’insegnante palestinese, anche altri docenti che si sono fatti notare per le loro potenzialità non soltanto culturali ma anche umane. Come ad esempio un’insegnante afgana che ha costruito scuole per ragazzi nei campi profughi pachistani, insegnanti che fanno dei video e dei giochi il mezzo per appassionarsi alla matematica o, ancora, professori che hanno sensibilizzato i loro studenti per aderire a progetti volti ad aiutare chi vive negli slum in Kenya. Insomma, dare questo premio non era assolutamente facile. Anche l’Italia si è fatta avanti per premiare il miglior professore italiano che è riuscito ad arricchire su tutti i campi gli studenti, malgrado difficoltà oggettive. A darne la notizia è stato proprio il ministro Giannini, che ha indetto un premio di 50.000 euro per il primo qualificato e 30.000 euro per gli altri quattro da utilizzare in progetti all’interno delle loro scuole. Per partecipare, però, l’insegnante non può autocandidarsi, ma deve essere nominato da chiunque: studenti, famiglie o colleghi.

Di Lorenzo Santucci

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