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Un rapporto dell’OMS rivela che gli studenti italiani sono i più stressati d’Europa

Un rapporto dell’OMS rivela che gli studenti italiani sono i più stressati d’Europa

Studiare troppo fa male? Sì, è la scienza a dirlo. Di Stefano Di Foggia Sono preoccupanti i dati che emergono da una ricerca sulla salute degli adoles

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Studiare troppo fa male? Sì, è la scienza a dirlo.

Di Stefano Di Foggia

Sono preoccupanti i dati che emergono da una ricerca sulla salute degli adolescenti europei (giovani tra gli 11 ed i 15 anni) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli studenti italiani hanno un pessimo rapporto con la scuola, non la amano e li stressa più dei loro colleghi continentali. Secondo i dati dell’OMS infatti solo il 26% delle studentesse undicenni è pronto a dichiarare che la scuola “gli piace” mentre i colleghi maschi a fare lo stesso sono il 17%. La situazione peggiora se si va a guardare gli studenti di quindicenni: il 10% per le ragazze ed l’8% i ragazzi.
Meno entusiasti degli italiani ci sono solo gli Estoni, i Greci ed i Belgi. Mentre i più soddisfatti risultano essere gli Armeni (68% e 48%).

Secondo i ricercatori i dati sono preoccupanti in quanto: “Un’esperienza positiva della scuola è considerata una risorsa per la salute ed il benessere, mentre una negativa può costituire un fattore di rischio, per la mente ed il fisico. Amare la scuola,è un fattore di protezione contro comportamenti non salutari, non amarla è associato a comportamenti di rischio, bassa autostima, sintomi psico-somatici”. Il dato si collega strettamente alla pressione percepita tra le mura scolastiche, a causa dei compiti, delle interrogazioni e del rapporto con i docenti. Tutto questo significa alti livelli di stress, con mal di testa , dolori addominali, mal di schiena, nervosismo e tristezza.

Su questi fattori gli studenti italiani non se la passano bene: le ragazze sono le più colpite, a quindici anni il 72% soffre di stress da scuola contro il 50% dei colleghi maschi; se si guarda agli studenti undicenni la situazione non è molto migliore, a sentire una forte pressione scolastica è uno studente su due. Causa di questo è forse il fatto che, a 15 anni solo metà delle ragazze ed il 39% dei ragazzi riporta performance “buone o eccellenti”, ed anche in questo caso i valori sono molto al di sotto della media europea, superiori solo a Belgio, Portogallo ed Ungheria. Neppure il supporto dei compagni di classe è d’aiuto: è infatti percepito da tre quarti dei ragazzi a undici anni e scema al 60% se si guardano i quindicenni. Inoltre uno studio dell’OCSE, pubblicato qualche giorno fa, aveva già evidenziato che gli studenti italiani hanno una mole di studio superiore alla media dell’area, passando sui libri intorno alle 9 ore settimanali, contro la media di 4,9.

Franco Cavallo, ordinario di epidemiologia dell’università di Torino e coautore per la parte italiana del rapporto, sostiene che: “Non è da sottovalutare questa pressione che viene sentita dal ragazzo. La sensazione è che sia legata sopratutto alla richiesta in termini d’impegno, di ore di lavoro, all’ottenimento di determinati voti. Probabilmente vanno ritrattati i programmi, che sono ancora legati alle superiori di una volta che selezionavano molto. La pressione viene condizionata sia dal rapporto con gli insegnanti sia dal rapporto che i genitori hanno con i docenti e la scuola stessa”.

Di Stefano Di Foggia

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