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Al via i test invalsi tra pochi pro e troppi contro

Al via i test invalsi tra pochi pro e troppi contro

Come ogni anno si svolgeranno queste prove che vedranno coinvolti ben più di 2 milioni di studenti. Un test per verificare l’andamento della scuola it

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Come ogni anno si svolgeranno queste prove che vedranno coinvolti ben più di 2 milioni di studenti. Un test per verificare l’andamento della scuola italiana: ma siamo sicuri che sia un modo utile?

Da qualche anno a questa parte, verso la fine dell’anno scolastico, si tengono delle prove di matematica ed italiano, meglio conosciute come test invalsi.

Prove che vengono sottoposte alle classi seconde e quinte della scuola primaria e delle seconde della scuola secondaria di secondo grado. Oggi sono iniziate per i bambini (perché questo sono) della scuola primaria ed il calendario seguirà date diverse: infatti per gli studenti della prima sarà effettuata una prova di lettura e quella di italiano, mentre quelli della quinta una comprensione di un testo. Domani, invece, saranno sottoposti alla prova di matematica ed il test dello studente. Per esperienza personale, posso garantirvi che all’interno di questo test appaiono delle domande a dir poco ridicole che non c’entrano assolutamente niente con un qualunque programma scolastico (ad esempio viene chiesto che lavoro fanno i tuoi genitori). Alle scuole medie questi test invalsi sono accomunati con l’esame di Stato in quanto a sostenerli sono esclusivamente i ragazzi uscenti di terza media. Mentre al liceo quest’anno inizieranno il 12 maggio. In tutto, saranno interessati circa 2,2 milioni di studenti. Il perché di questi test ce lo siamo chiesti un po’ tutti quando eravamo al liceo ma magari non gli si dava un grosso peso anzi, alcuni erano anche contenti di perdere un po’ di ore di lezione.

Quello che emerge, però, è che tramite queste prove l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione riscontra le differenze che ci possono essere all’interno del nostro Paese e, di conseguenza, avere un quadro più generale dell’andamento della scuola italiana. Questi risultati, una volta analizzati, vengono inviati alle scuole le quali traggono le loro conclusioni riguardo l’andamento dell’istituto. Cosa non da sottovalutare è sicuramente il fatto che le migliori scuole verranno anche premiate economicamente. Sottigliezza che viene spesso dimenticata. Dai test dell’anno scolastico 2014/2015 è emerso come, man mano che si cresce e si passa da una scuola all’altra, vi sono grandi differenze tra scuole. Alle elementari invece il risultato è pressoché lo stesso. Indovinate dove si è riscontrato maggior differenza, anche nella scuola primaria? Nel sud Italia. Sia ben chiaro: questa non vuole essere una critica al Mezzogiorno, ma tutt’altro. Mi spiego meglio e scusate la digressione. Ci sono passato e so come vengono svolte queste prove: iniziano col dire che sono anonime, che non hanno un grande valore ma se non le svolge lo studente rischia minacce e ritorsioni da parte dei professori. Molti sono coloro che contestano questo modo di verificare le disuguaglianze che ci sono sul nostro territorio, come se ancora dovessimo stare a verificarlo invece di risolverlo. Come si può valutare quale scuola sia la migliore quando non si è dentro e non si tasta con mano quali sono i veri problemi? Ho fatto l’esempio del meridione perché è emerso questo dato, ma anche nella nostra grande città questo sistema non può che essere fallimentare: “facile” (e sottolineo le virgolette) fare il professore in una bella scuola del centro; un po’ più complicato è farlo in periferia, dove un professore ha già ottenuto un grande risultato insegnando al ragazzo che vive in una condizione sociale non ottimale, e non per colpa sua, che l’andare a scuola è fondamentale per la sua crescita.

Morale della favola? I soldi li vinceranno sempre quelle scuole che non ne hanno necessario bisogno, mentre quelle che cadono a pezzi… beh quelle sono andate male agli invalsi.

Di Lorenzo Santucci

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