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SOS dall’Università del Salento

SOS dall’Università del Salento

L’ateneo di Brindisi si spegne lentamente mentre la Provincia non è in grado di gestire i fondi. Ora si richiede l’intervento straordinario della Regi

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L’ateneo di Brindisi si spegne lentamente mentre la Provincia non è in grado di gestire i fondi. Ora si richiede l’intervento straordinario della Regione per salvare il polo universitario.

Di Silvia Carletti

Brindisi, Cittadella della Ricerca. Il complesso universitario dedicato alla ricerca scientifico-tecnologica rischia di essere chiuso a causa della mancanza di finanziamenti da parte della Provincia. Da tempo le cose non vanno bene nell’Università salentina, e le conseguenze dei tagli economici si ripercuotono su studenti, insegnanti e lavoratori. Proprio il mese scorso sono stati licenziati tredici impiegati nell’ambito delle pulizie e del portierato, mentre la Foresteria (il servizio di alloggi per gli studenti e i professori non residenti) è stata chiusa a seguito del mancato rinnovamento del contratto di lavoro del gestore.

Ai disagi procurati agli impiegati si aggiungono quelli arrecati ai ragazzi stessi che pian piano si vedono chiudere in faccia le porte delle proprie facoltà. Questo è ciò che è accaduto a Scienze politiche e sociali, dipartimento che a Brindisi non esiste più da quando la Provincia ha ritirato i contributi: la sede ufficiale ora è quella di Lecce, ed ecco che gli studenti del corso, tra l’altro uno dei più frequentati dell’Unisalento, si trovano a fare la vita dei pendolari.

La situazione attuale è a dir poco insostenibile, se pensiamo che l’offerta formativa dell’Università si è ridotta alle sole facoltà di Ingegneria industriale e Ingegneria aerospaziale. Un orizzonte troppo ristretto per i giovani del posto, costretti a seguire e cercare in altre città il loro percorso di studi. Così il rettore dell’università Vincenzo Zara ha deciso di richiedere l’intervento immediato della Regione Puglia, affinchè sostituisca la Provincia e il Comune nella gestione dei fondi destinati alla Cittadella.

La cultura non può fermarsi di fronte ai problemi politico-economici e la cessazione dell’attività di ricerca è una sconfitta che l’università non può accettare: fra i tanti intervenuti nelle riunioni di questo mese in cui si è dibattuta la problematica, il segretario del Cobas ha dichiarato l’intenzione del sindacato di “dare battaglia contro il lento declino della presenza dell’università a Brindisi e della altre attività che si svolgono sempre meno nella Cittadella della Ricerca. Non possiamo permetterci di perdere quel poco che abbiamo”.

Adesso l’Università trattiene il fiato in attesa di risposte, augurandosi che l’intervento dell’amministrazione regionale possa risollevare le sorti della città universitaria e delle migliaia di persone che vi gravitano intorno, un vero e proprio “capitale umano” che non merita di essere abbandonato.

Di Silvia Carletti

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