Si è spento ieri, nella clinica Nostra Signora della Mercede a Roma, Marco Pannella, leader dei Radicali Italiani, "guerriero dei diritti civili". Di
Si è spento ieri, nella clinica Nostra Signora della Mercede a Roma, Marco Pannella, leader dei Radicali Italiani, “guerriero dei diritti civili”.
Di Irene Tinero
A diffondere il triste annuncio, sulle note della Requiem di Mozart, è stata Radio Radicale, che proprio due giorni prima aveva dato la notizia del ricovero nella clinica romana: da tempo Pannella lottava contro un tumore a fegato e polmoni. I funerali saranno celebrati sabato in piazza Navona, luogo che lo ha visto protagonista di mille battaglie. Oggi il corpo verrà esposto nella camera ardente a Montecitorio e solo dopo l’ultimo addio ci sarà la sepoltura nel suo amato Abruzzo.
Marco Pannella nasce a Teramo nel 1930: a vent’anni vanta già una laurea in legge e appena cinque anni dopo, nel 1955, fonda il Partito Radicale, con diversi giovani talenti politici, tra cui Scalfari. Nel 1963, dopo un lungo periodo come inviato a Parigi per Il Giorno, diventa Segretario di Partito. Nel 1968 viene arrestato a Sofia, mentre partecipava ad una delle tante manifestazioni del periodo, contro l’invasione della Cecoslovacchia: quando si dice “un vero sessantottino”. Fu in questa occasione che Pannella scelse per la prima volta la via del digiuno, “di proposta e non di protesta”,come amava definirli lui stesso. Questo suo particolare modo di manifestare è forse l’aspetto per cui è maggiormente noto alle generazioni più giovani.
Nel 1974 prende parte all’iniziativa per il no all’abrogazione del divorzio; l’anno successivo, si batte per la depenalizzazione delle droghe leggere e viene arrestato per aver fumato uno spinello in pubblico. Sarà forse per questo che J-Ax, nella sua “Ohi Maria”, cantava “le vacanze me le farò in Jamaica con la mia Maria bella aspetto e intanto voto Pannella”.
Nel 1981 manifesta per il no all’abrogazione della legge sull’aborto: tutti dobbiamo molto alle battaglie di Marco Pannella, ma in particolare l’elettorato femminile dovrebbe essere riconoscente nei confronti della sua posizione avanguardista, in un paese in cui notoriamente ci si cura il proprio orto e non ci si spinge mai oltre. Le sue battaglie erano rivolte a donne e uomini e premevano sempre sui nodi più spinosi a livello sociale e politico: nonostante questo non è mai divenuto Senatore a vita, sebbene in molti abbiano richiesto questa carica per Marco. Se pensiamo che Llona Staller, per tutti Cicciolina, candidata dallo stesso Pannella nel 1985, per una sola legislatura gode del vitalizio da parlamentare, la disparità è evidente.
Il perché un personaggio così rivoluzionario, visionario, lungimirante, abbia scelto, nel 1994, un’alleanza con Silvio Berlusconi, per poi sostenere Prodi nel 2006, penso rimarrà un mistero che Marco porterà via con se.
Matteo Renzi, alla notizia della morte, ha interrotto una conferenza stampa con il primo ministro olandese Mark Ruthe ed ha voluto esprimere il suo cordoglio, definendolo “un leone della libertà”.
Accorato il saluto del Presidente Sergio Mattarella che lo ha riconosciuto come un “protagonista della politica italiana, senza mai essere legato al potere”, vista la sua vicinanza molto sovversiva, quel tipo di rivoluzione che forse non ci sarà più. Continua il Presente della Repubblica riconoscendogli il merito di “saper trasformare condizioni di minoranza dell’avvio di processi di cambiamento”.
Addirittura dalla Chiesa arriva un sincero ricordo, nonostante palesi credenze diverse.
Bello anche il saluto di Roberto Saviano che, come tutti, gli riconosce il merito delle sue lotte in grado di ridar “senso all’agire politico, volando alto su ogni mediocrità”.
In molti hanno parlato di “battaglie discutibili” e posizioni discordanti, ma si sono levate voci da ogni angolo e fazione politica, a dimostrazione che ha ragione l’amica Emma Bonino: “Mancherà a tutti, penso persino ai suoi avversari”.
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