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Ciao mamma, vado a cercare fortuna al Centro-Nord

Ciao mamma, vado a cercare fortuna al Centro-Nord

La “fuga di cervelli” dal Meridione sta letteralmente svuotando le università del Sud, sempre più disastrate. Dove andremo a finire? FacceCaso. Mi chi

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La “fuga di cervelli” dal Meridione sta letteralmente svuotando le università del Sud, sempre più disastrate. Dove andremo a finire? FacceCaso.

Mi chiamo Francesca (Romana), ho vent’anni e frequento il primo anno di ingegneria presso l’università La Sapienza di Roma. In classe saremo sì e no un centinaio calcolando i fuori corso, chi scalda la sedia, gli amici degli amici che dopo pranzo non hanno di meglio da fare che venire a farci compagnia in aula. Tra noi solo il 40% degli aspiranti ingegneri viene da Roma, per il resto sono tutti fuori sede. Come mai? Ti starai sicuramente chiedendo.. i dati al riguardo parlano chiaro.

Il fenomeno in questione è noto come “fuga di cervelli” dal Meridione, fuga che ogni anno porta via dalla regione Puglia per esempio, oltre 6mila matricole alla ricerca di opportunità verso il Centro-Nord.

I numeri del rapporto dell’Arti dicono che dal 2004 al 2011, tra gli atenei di Bari, Foggia e Lecce si è registrata una contrazione del 22,2% di immatricolazioni a fronte di un calo nazionale inferiore e pari al 16%. La popolazione giovanile tende a calare nel Mezzogiorno e a ripopolarsi al Nord grazie all’immigrazione. “Si tratta di un monitoraggio come strumento di lavoro non come categorico giudizio” avverte la presidente dell’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione Eva Milella.

Ciò non toglie che nel 34,1% dei casi, i ragazzi pugliesi preferiscano studiare in atenei collocati fuori regione. Dei 19.134 immatricolati nel 2012-2013, solo 12.618 (65,9%) ha scelto un’università della regione contro un residuo 34,1% (6516 studenti) che hanno scelto la “fuga”.

“Va innanzitutto notato che in alcuni casi si tratta di classi di laurea non presenti in regione: questo fenomeno però è limitato, riguarda 195 immatricolati fuori regione, cioè il 3% del relativo totale” prosegue Eva Milella. Dati sconcertanti che portano ad una triste conclusione: difficile, anzi difficilissimo, fare carriera universitaria in Italia, in generale, e al Sud, in particolare. Tu che ne pensi? #FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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