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Diario di un’occupazione. Viaggio nell’ Albertelli gestito dagli studenti

Diario di un’occupazione. Viaggio nell’ Albertelli gestito dagli studenti

Dopo il tam-tam mediatico scatenatosi sul Virgilio, lo storico liceo di Via Manin prova a rilanciare il concetto di occupazione. Un vero e proprio pa

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Dopo il tam-tam mediatico scatenatosi sul Virgilio, lo storico liceo di Via Manin prova a rilanciare il concetto di occupazione.

Un vero e proprio paradosso: la scuola governata dai suoi studenti. Manca solo di vedere i docenti fra i banchi, ma di farli entrare, i ragazzi non ci pensano proprio. “Al massimo possono salire al primo piano per firmare, ma nulla di più” , azzarda qualcuno. Siamo di fronte alla Basilica di Santa Maria Maggiore, in una delle scuole più antiche di Roma, il Liceo Classico Pilo Albertelli, quello frequentato da Enrico Fermi, tanto per intenderci.

Da martedì è in corso un’occupazione, la più classica delle proteste studentesche e di fatto illegale, che ha suscitato non poche polemiche: genitori che vogliono denunciare la preside, preside che minaccia lo stesso ai ragazzi, ma gli occupanti tengono duro.
Insomma, una bella reazione a catena.
Nel corso di questa autogestione, nell’intervista targata FacceCaso, un membro del collettivo studentesco (che ha tenuto a far rimanere anonima la sua identità) ci ha svelato i perché di questa iniziativa.

WHO

Chi è che ha deciso di occupare?
“Le ‘menti’ organizzatrici fanno parte del collettivo studentesco, ma nel periodo di occupazione, oltre al viavai di molti studenti, c’è una task force che garantisce la pulizia e la sicurezza della scuola, accoglie proposte ed iniziative”.

WHY

Quali sono le ragioni che vi hanno spinto ad occupare?
“Ce ne sono diverse: in primis manifestiamo il nostro dissenso contro la Buona Scuola, in particolare l’Alternanza Scuola Lavoro, ( anche se noi alunni dell’Albertelli non ne siamo certo vittime ) per cui i ragazzi delle scuole periferiche e meno “illustri” di Roma si ritrovano ad essere sfruttati dalle aziende in cui svolgono l’ASL.
Poi ci lamentiamo per la mancanza di sicurezza che affligge l’edilizia scolastica : all’Albertelli non c’è un estintore che non sia scaduto, e non facciamo una prova di evacuazione da 5 anni. Il giorno della scossa di terremoto a Roma ci siamo trovati nel caos più totale, non sapevamo cosa fare ed abbiamo temuto il peggio”.

Foto esclusiva scattata da Emanuele Caviglia

WHEN

Passando all’azione: quando e come siete riusciti ad entrare?
“Martedì mattina ci siamo incontrati verso le 5.30 davanti scuola e abbiamo atteso che i bidelli aprissero i cancelli; avevamo un palo che ci avvertiva. Appena hanno spalancato le porte ci siamo ‘fiondati’ e ci siamo chiusi dentro, e alla velocità della luce abbiamo chiuso tutte le entrate sbarrando l’ingresso con banchi e sedie”.

WHAT

In periodo di occupazione ci si lamenta spesso che l’intento dei ragazzi sia tutt’altro che costruttivo…
“Abbiamo moltissimi corsi per rendere questa iniziativa tutto fuorché una perdita di tempo:
un dibattito sulle fake news e come combatterle, un corso per informare gli studenti sulla legge 107 della Buona Scuola e tutelare i loro diritti.
Nell’ambito musicale, ospiti come Dj Squarta, membro del gruppo Cor Veleno, un dibattito sulla differenza tra rap e trap e sugli autori italiani di questo genere.
Poi il cinema, naturalmente: proietteremo diversi film e abbiamo organizzato anche una ‘sezione atletica,’dedicata allo svolgimento di corsi di yoga all’interno delle aule.
Tornando ai dibattiti, si parlerà di aborto e di Ius Soli con un ospite universitario”.

Traduzione: i ragazzi si sentono partecipi e vogliono dimostrare la costruttività dell’occupazione.

Foto esclusiva scattata da Emanuele Caviglia

 

WHERE

Raccontaci un po’ come è la vita ‘dietro le quinte’ dell’Albertelli occupato: dove dormite e mangiate?
“Non è semplice ma ci arrangiamo: dormiamo sui banchi con dei tappetini da ginnastica come materassi ed uniamo tutto il possibile per fare una coperta, dalle sciarpe ai maglioni.
Per mangiare alterniamo alimenti cucinati in casa e cibi più ‘trash’, tipo la solita pizza al taglio per sfamare tutti.
Prima di andare a dormire poi monitoriamo la situazione in tutti e tre i piani, verifichiamo che la scuola sia pulita e soprattutto non danneggiata”.

Questa occupazione avviene poco dopo un’altra che ha suscitato un vero e proprio scandalo mediatico, quella del Virgilio. Le due cose sono legate anche per far avere maggior visibilità all’Albertelli, o no?
“Le occupazioni si fanno per attirare l’attenzione su dei problemi: da una parte forse si parlerà dell’Albertelli perché è avvenuta dopo l’occupazione del Virgilio, ( anche se non c’è alcun rapporto con la loro ) dall’altra però, vedendo come tutto ciò sia stato stereotipato, non vorremmo che si creasse una cattiva pubblicità anche intorno a noi”.

Tra i genitori si sta scatenando un vero e proprio putiferio. Com’è il vostro rapporto con loro in questa situazione?
“C’è chi ha l’appoggio dei genitori, che pur preoccupati fanno assumere ai figli le responsabilità di una scelta così, e c’è chi ha genitori iperprotettivi, che anziché controllare l’ansia la diffondono a pioggia…
Nonostante le critiche che ci stanno piovendo addosso, per noi vale assolutamente la pena fare quest’occupazione. Siamo orgogliosi di ‘gestire’ così il nostro liceo”.

Questa è la cronaca. L’occupazione è un ritornello che riesce sempre a tenere banco..tra i banchi di scuola. Nel frattempo nel sito della scuola la Preside Antonietta Corea denuncia l’impedimento “di tutte le attività di pubblico servizio” e “declina ogni responsabilità relativamente alla sicurezza e all’incolumità personale di chiunque si trovi all’interno dell’Istituto”.

Intanto è dicembre, gli open day sono alle porte e domenica 3 il primo appuntamento è in programma. A scuola libera o occupata?
Ai posteri l’ardua sentenza….

#FacceCaso

Di Emanuele Caviglia

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