Sono scesi a 8700 i posti disponibili per tutti i neodiplomati-aspiranti medici, al test d'ingresso in Medicina e Chirurgia che avrà luogo il 6 settem
Sono scesi a 8700 i posti disponibili per tutti i neodiplomati-aspiranti medici, al test d’ingresso in Medicina e Chirurgia che avrà luogo il 6 settembre.
Di Irene Tinero
Funziona così: il Ministero della Salute ogni anno stila il Documento dei Fabbisogni del Sistema Sanitario, in cui dichiara tra le altre cose, di quanti nuovi medici avrà bisogno il Paese.
Immagino che tale documento, che verrà presentato alla Conferenza Stato-Regioni, sia un pamphlet di milioni di pagine, viste le tragiche condizioni in cui versa il nostro ssn: invece no, addirittura c’è dichiarato il passaggio da 9530 candidature disponibili per giovani aspiranti “E.R.” dello scorso anno, a 8700 del prossimo anno accademico.
Un taglio di 800 posti, 1000 unità in meno rispetto a quanto richiesto dalle Regioni e andando oltre il mero dato, un taglio al diritto di studio.
Lo considera come tale Alberto Campaila, portavoce di Link- Coordinamento Universitario, che ovviamente non condivide neanche i timori dell’Ordine dei Medici, che temono la creazione di 25.000 disoccupati nei prossimi anni. Innanzitutto vorrei sapere l’età media di chi elargisce tali previsioni: non è insolito ritrovarsi a parlare con un medico 80enne, magari se ci fosse del sano ricambio generazionale, ci sarebbero meno disoccupati in futuro. Inoltre, visto il proliferare di guerre, massacri e migrazioni, non credo che l’ambito medico andrà incontro ad una crisi in futuro. Potrebbe essere un’idea studiare metodi di assistenza alternativi, in cui inserire queste nuove figure, che potranno così rendersi utili per gli 11 mila italiani che ogni anno rinunciano alle cure mediche.
Il Ministero della Salute ha momentaneamente comunicato questo taglio al MIUR (i posti definitivi si sapranno solo con l’uscita del bando, i primi di luglio): la ministra Lorenzin deve aver pensato che, siccome lei ricopre una carica simile pur avendo solo il diploma, la laurea sia cosa superflua anche per un futuro medico. Ci dicono dalla regia che la ragione dei tagli non è questa, ma che per conoscere le motivazioni dovremmo essere in possesso del “Joint Action Health Workforce Programming and Forecasting”: tranquilli, di questo documento, leggerete solo il suo nome astruso. Non un numero che giustifichi questi tagli è stato pubblicato, ne conosciamo nulla riguardo le indagini che ne hanno originato la stesura.
Dal Link si levano urla per una “Università senza barriere” e al di là degli slogan, i ragazzi chiedono di non avallare una proposta simile, di riaprire il discorso sul test a Medicina e un maggior coinvolgimento delle associazioni studentesche.
La risposta sono altri tagli:
meno 144 posti per i nuovi infermieri e meno 500 tra le professioni sanitarie, il che rende necessario riaprire più di un discorso.
L’anno scorso hanno partecipato al Test di Medicina 60 mila ragazzi (ed io attribuirei parte della colpa alla stanzetta del medico di guardia di Grey’s Anatomy): questo rende il discorso molto dibattuto. Non siamo in possesso di strutture tali da poter ospitare una mole di studenti simile, nè loro sarebbero nella condizione di apprendere la professione in maniera confortevole: in parole semplici e anche se non è giusto, a Medicina il test di ingresso, che di per sé è una limitazione allo studio, rappresenta una misura necessaria. Obtorto collo gli interessati si piegano, ma almeno qualcuno renda noti tutti i perché di queste limitazioni.
Auguriamo un grande in bocca al lupo a tutti i maturandi che iniziano oggi uno dei più terribili “tour de force” del genere umano, in particolar modo a quanti desiderano una carriera nella medicina, che oltre alla maturità, avranno anche questa preoccupazione.
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