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Diario del rosicone: Germania sandalo coi calzini

Digerire una sconfitta contro di loro è difficile, ancora di più se ai rigori. D’altra parte prima o poi la loro maledizione si sarebbe dovuta infrang

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Digerire una sconfitta contro di loro è difficile, ancora di più se ai rigori. D’altra parte prima o poi la loro maledizione si sarebbe dovuta infrangere, sicuramente meglio ora che in una finale.

Fa male, malissimo, abbiamo sofferto tutti ieri, anche chi in questa Nazionale non ci aveva creduto dall’inizio (quasi tutti). Siamo un popolo di allenatori come dicono in molti, ma un po’ alla volta ci siamo ricreduti, in particolare ci siamo esaltati non tanto per i risultati ottenuti, ottimi e sempre da sfavoriti, ma per il carattere di questa squadra, che certo non brillante tecnicamente ( e forse i calci di rigore sono lo specchio parziale di questa mancanza) ha tirato fuori, e lo dico senza giri di parole, le palle quadrate. Non c’è uno solo dei nostri che non sia sceso in campo rabbioso, pieno di grinta e voglia di lotta, i fattori che hanno contraddistinto un gruppo perfettamente orchestrato da Conte, capace di dare un’anima anche tattica lì dove nessuno se lo sarebbe aspettato.

Ieri mi hanno colpito non tanto le lacrime di Buffon prima e Barzagli dopo, ma proprio le parole di quest’ultimo: “Di tutto quello che di bello abbiamo fatto non rimarrà niente…”. È vero, a distanza di 10 anni ricordiamo ogni momento e ogni giocatore di quella notte Berlinese ( Tedesco quanto hai pianto lì?), ma tranquillo, non finirete nel dimenticatoio; anche senza alzare la coppa, voi, gruppo fantastico e veramente unito, sarete ricordati a lungo da chi vi ha potuto osservare.
Si dice che il calcio sia uno sport e basta,ma guardate come in una competizione una squadra sia diventata lo specchio di una nazione intera: bistrattati, pieni di problemi, criticati e non certo i migliori, ma disposti a tutto pur di andare avanti e continuare la nostra sfida da eterni sfavoriti. È l’Italia nazione oltre che calcistica.

Avevo iniziato quest’articolo pensando di attaccare a spada tratta gli odiosi mangia Wurstel, ma ha prevalso il senso di gratitudine che neanche l’ultimo rigore mi può togliere. Però una cosa ai Tedeschi va detta: avete vinto, bravi ( guferò senza ritegno), ma non vi sentite un po’ vuoti con questo senso di superiorità che vi portate dietro? Ci avete sempre considerato inferiori, ok, ma il problema è come reputate voi stessi. Avete vinto per voi stessi, ma tranquilli, nessun altro, Francese, Inglese, Brasiliano o Americano, avrà esultato per il passaggio del turno, non suscitate passione in nessuno, vi siete circondati di un alone di biasimo, ve lo siete autoprodotto in effetti, ma lo so che voi siete contenti così.

Del resto noi siamo il popolo squattrinato, che pensa più ad essere elegante che ad accumulare ricchezza. Voi invece potete essere benestanti e sbruffoni quanto volete, ma se il vostro piatto nazionale è Wurstel e Crauti e andate in giro con abbigliamenti da discount, la ricchezza che sapete produrre diventa insignificante.
Noi siamo consapevoli che dobbiamo imparare da voi in moltissimi ambiti, ma per una volta mettete da parte la vostra superiorità e riflettete un secondo solo se qualcosa anche voi la potete apprendere da noi. Fidatevi, vi sarà d’aiuto (rimando al titolo).

Non resta che chiudere dicendo: grazie ancora ragazzi.

Di Umberto Scifoni

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