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Beau Solomon, diciannovenne statunitense morto annegato nel Tevere

Beau Solomon, diciannovenne statunitense morto annegato nel Tevere

Il corpo è stato rinvenuto lunedì, i polmoni pieni d'acqua. I genitori del ragazzo, accorsi dagli Stati Uniti, sono stati convocati in udienza dal Pap

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Il corpo è stato rinvenuto lunedì, i polmoni pieni d’acqua. I genitori del ragazzo, accorsi dagli Stati Uniti, sono stati convocati in udienza dal Papa.

Di Silvia Carletti

Solo diciannove anni, e davanti a sé ancora tante esperienze da vivere. Il suo futuro lo stava costruendo qui a Roma, dove poco tempo fa era venuto per iniziare un anno accademico di studi alla Jhon Cabot University.

Un sogno stroncato sul nascere. Il suo corpo è stato ritrovato lunedì, annegato nel fiume, con i polmoni pieni d’acqua e ferite sparse sul corpo. Probabilmente, una volta caduto nel Tevere, è stato trasportato dalla corrente contro i massi e i detriti del fiume che proprio presso Ponte Garibaldi, dove è avvenuto l’incidente. Si è trattato di un litigio, di un attimo, e il ragazzo (alcuni dicono ancora brillo per la notte prima passata fuori a festeggiare con amici) si è ritrovato in acqua, spinto da un senzatetto che vive lì sotto Ponte Garibaldi insieme a una combriccola di vagabondi.

Stando ai fatti riportati, il ragazzo la notte precedente era stato avvicinato da due individui che, trascinatolo sulla banchina del fiume, lo avrebbero derubato e poi lasciato lì, da solo, ancora non lucido e in stato confusionale. A quel punto subentra il barbone, un 40enne italiano di nome Massimo Galioto. I due hanno una colluttazione, non si sa bene quali siano i motivi, poi l’italiano spinge Beau nel Tevere, dove il ragazzo non riesce a salvarsi. La reazione dei social è stata incontenibile: accuse contro l’Italia, “patria di criminali e corrotti”, di “incapaci” e “incivili”.

Senza dubbio considerazioni non del tutto infondate. Il caso mette in gioco però molte altre questioni, oltre quella della sicurezza della città romana: anche l’abuso di alcool e sostanze tra i giovani è un problema sin troppo diffuso, tanto che sempre in quelle zone spesso carabinieri e polizia si trovano alle prese con moltissimi studenti in stato di ebbrezza, italiani e stranieri.

Anche Papa Francesco di fronte il dolore dei genitori del ragazzo ha manifestato la sua piena solidarietà e compassione per il tragico avvenimento, augurandosi che Roma dimostri di poter essere una città accogliente, protettrice dei giovani di tutto il mondo.

Di Silvia Carletti

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