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Whatsapp, in Brasile ancora problemi legali

Whatsapp, in Brasile ancora problemi legali

Facebook aveva negato l’accesso alla polizia per i dati degli utenti, provocando l’iniziale blocco del servizio di messaggistica, poi revocato. Intral

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Facebook aveva negato l’accesso alla polizia per i dati degli utenti, provocando l’iniziale blocco del servizio di messaggistica, poi revocato.

Intralcio alla giustizia era stata la motivazione con cui giudice brasiliano ha sospeso Whatsapp; la causa principale sarebbe stata il rifiuto da parte di Facebook a fornire dati su un utente, necessari per un’indagine della polizia.

E così oggi, in Brasile, Whatsapp è rimasto bloccato diverse ore, finchè la Corte Suprema brasiliana non ha revocato l’impedimento d’uso. Non era però la prima volta che l’App aveva riscontrato problemi di questo tipo con gli organi di giustizia verdeoro: altre volte si era impedito l’accesso alle sue informazioni da parte della polizia.
Nel dicembre 2015 infatti un magistrato dello stato di San Paolo impose un blocco di 48 ore, revocato dopo 12 in seguito ad un ricorso della compagnia social e alle proteste di circa 100 milioni di utenti.

Ad esso si aggiunge il 2 maggio scorso, nuovo stop di 72 ore, anche qui giudicato eccessivo dall’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni brasiliane, ma l’insieme di questi casi sottolinea la situazione molto tesa e l’aperto contrasto tra necessità giuridiche e libertà personali e di comunicazione.

La materia avrà bisogno il prima possibile di una chiarificazione internazionale, poiché problemi di questo genere si sono verificate da più parti, creando notevoli disagi sia per i tutori della legge, che per i tutori della privacy.

Di Umberto Scifoni

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