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La cultura non si paga, ma neanche chi la insegna?

Ancora troppi i docenti senza cattedra fissa che non vengono stipendiati. Ma a noi studenti, questa cosa, fa davvero così bene? Di Ludovica Sampalmier

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Ancora troppi i docenti senza cattedra fissa che non vengono stipendiati. Ma a noi studenti, questa cosa, fa davvero così bene?

Di Ludovica Sampalmieri

Ho sempre pensato che chi sceglie di fare l’insegnante non lo fa a scopo di lucro, visti i loro stipendi, ma da qui a non pagarli proprio mi sembra un po’ eccessivo.
Eppure in Italia succede questo, migliaia di docenti che non vengono pagati da inizio settembre, anche se oggi, 14 novembre, il Miur dovrebbe darci un taglio. Ma forse “taglio” paradossalmente non è la parola più piacevole da sentire per un professore ai tempi d’oggi.

“Con che coraggio Renzi parla di buona scuola quando ci sono migliaia di insegnanti che hanno lavorato gratis per due mesi” afferma il segretario della Flc Cgil Domenico Pantaleo, e continua: “ancora una volta il governo si dimentica di stanziare le risorse necessarie per tempo. Di mezzo ci vanno sempre i precari”.

Infatti, i docenti non pagati non rientrano fra quelli che hanno una cattedra, ma sono i supplenti quelli più sfortunati. Spesso sono i più giovani, da poco usciti dalle quelle scuole in cui rientreranno con un altro ruolo, al di là della cattedra e non più dietro a un piccolo banco. Quei giovani ancora accesi dalla passione per il loro lavoro che però viene immediatamente spenta dal sistema scolastico italiano, che li costringe a trovarsi senza neanche un euro dopo anche tre mesi di supplenza. Il Miur, ha fatto sapere che i precari -e dunque i non pagati in tempo- dell’anno scolastico 2014/2015 sono approssimativamente 27.000 su circa 270.500 docenti di ruolo. Un numero troppo alto di lavoratori non retribuiti.

Ma oggi finalmente dovrebbe migliorare la situazione, dato che lo stesso Miur ha avuto il via libera per pagare ai precari gli arretrati che ammontano a circa 35 milioni di euro. E così si saldano i mesi di settembre e ottobre, senza neanche tener conto di quando arriveranno gli stipendi di novembre e dicembre… Insomma ormai quando nelle scuole un professore di ruolo si ammala o fa ritardo non viene più chiamato il supplente, dato che mancano i fondi, e di conseguenza le classi escono prima o entrano dopo. Certo gli studenti sono ben contenti… Ma è davvero questa la buona scuola di cui ci vantiamo?
Date a Cesare quel che è di Cesare.

Di Ludovica Sampalmieri

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