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L’Università di Trento ha molti crediti con la provincia

L’Università di Trento ha molti crediti con la provincia

L’Ateneo, dato il bilancio del 2015, appare in crisi di liquidità. Ma dalla provincia avanzano debiti per 200 milioni di euro, che potrebbero far molt

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L’Ateneo, dato il bilancio del 2015, appare in crisi di liquidità. Ma dalla provincia avanzano debiti per 200 milioni di euro, che potrebbero far molto comodo…

Così tanti soldi potrebbero fare la fortuna di chiunque, se si parla di istruzione poi, ancora di più, ma questi 200 milioni di euro l’Università di Trento non può proprio utilizzarli. È infatti la cifra che l’Ateneo ha come credito nei confronti dell’omonima provincia, accumulatosi negli anni come mancato utilizzo di alcuni fondi elargiti.

Ma perché questi soldi sono lì, inutilizzati? Primo perché non c’era necessità di cassa, secondo motivo il patto di stabilità, che aveva a tutti gli effetti bloccato parte dei fondi.
Il problema sussiste osservando in particolare il bilancio, non certo roseo, tanto che la relazione del Nucleo di valutazione dell’Università commenta così:

“Rispetto allo scorso anno le disponibilità liquide a fine anno si riducono di 854 mila euro. Le disponibilità di cassa risultano per la prima volta azzerate.

La parziale copertura del fabbisogno finanziario dell’Ateneo da parte della Provincia autonoma di Trento ha comportato il ricorso sempre più consistente all’anticipazione di cassa, strumento di tesoreria finalizzato a fronteggiare lo sfasamento temporale tra i flussi in uscita e quelli in entrata. Inoltre per la prima volta nella storia dell’Università di Trento, il debito verso il tesoriere Banca Popolare di Sondrio che ammontava alla chiusura dell’esercizio a 2 milioni e 560 mila euro, per utilizzo di anticipazioni di cassa, non è stato ripianato”.

Di fronte alla mancanza di liquidità, l’unica soluzione sarebbe proprio quella di rientrare, seppur con un piano pluriennale, di buona parte di fondi.

Di Umberto Scifoni

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