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Bob Dylan & il premio nobel: ecco perchè è stata una scelta azzeccata

Semplicità, genialità e ribellione. I tratti distintivi del nuovo premio Nobel alla letteratura: Bob Dylan. Tra una critica e un giudizio favorevole f

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Semplicità, genialità e ribellione. I tratti distintivi del nuovo premio Nobel alla letteratura:
Bob Dylan.

Tra una critica e un giudizio favorevole finalmente l’ambìto premio è giunto al destinatario il 14 ottobre scorso, dopo vent’anni dalla prima candidatura, con il riconoscimento “di aver creato una nuova espressione poetica nell’ambito della canzone americana”.

Dylan, figura emblematica del movement ed inventore del “folk-rock” nei primi anni ’60 ha saputo con la sua arte coinvolgere la massa, si è rivolto ai potenti del mondo con il testo “Blowin in the wind” ed ha raccontato le colpe infondate del pugile Hurricane, condannato ingiustamente per triplice omicidio nel giugno del ’66. Il tutto attraverso una chitarra, “animata” da semplici parole che con la sua voce sottile e calma si trasformano in poesia.

La carta vincente dell’entrante premio Nobel è proprio questa: rendere accessibile la cultura a tutti, in particolare la letteratura, proponendo testi fortemente influenzati dalla storia americana, che paradossalmente però mettono l’ascoltatore di fronte ad una realtà odierna spesso cruda, “troppo vuota,troppo morta per poter sognare” senza tralasciare però quel pizzico di speranza che ancora gli permette di rendere attuale la sua musica.

Ciò è possibile perché Dylan ha saputo creare quel connubio perfetto tra follia e verità, tra semplicità e genialità utilizzando un accenno di ribellione ed irriverenza che da sempre lo contraddistinguono. Riguardo al suo modo di fare, la stessa Accademia di Svezia non ha risparmiato i commenti a proposito della sua risposta alla notizia della vittoria dell’ambitissimo premio. Quel suo “andrò a Stoccolma se potrò” è stato ritenuto maleducato ed arrogante ma se non dovesse presentarsi al ritiro del Nobel nessuno ci rimarrà male; tantomeno i fan che sanno che la “risposta bisogna ascoltarla nel vento”.

Di Camilla Claps

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