L'alfabetizzazione al web è fondamentale nella realtà in cui viviamo ed è per questo che soprattutto i genitori devono essere capaci di educare i prop
L’alfabetizzazione al web è fondamentale nella realtà in cui viviamo ed è per questo che soprattutto i genitori devono essere capaci di educare i propri figli al corretto uso dei social network.
Aiart è l’associazione legata alla Cei, che si occupa del rapporto fra media e utenti ed è da qui che è partito il progetto. Lo scopo è quello di offrire percorsi formativi, sia per i genitori sia per i figli, dove oltre a spiegare i rischi, i trabocchetti che nascondono i social, mostrare anche le possibilità e gli aspetti costruttivi che hanno.
Il progetto è rivolto maggiormente agli adulti per sensibilizzarli a fornire ai propri figli un’educazione corretta all’utilizzo di internet. “La definizione di nativi digitali non può essere un alibi per i genitori, c’è una responsabilità educativa alla quale non si può rinunciare solo perché i giovani hanno più familiarità con gli smartphone” ci ricorda Stefania Garassini, presidente della sezione milanese di Aiart.
Il modello che viene proposto dall’associazione è quello che si trova alla base della raccomandazione ”non lasciare i bambini da soli davanti la tv”. Il genitore, come con la televisione, deve accompagnare il minore alla scoperta del web, insegnarli come riconoscere una notizia falsa da una vera, a distinguere i messaggi pubblicitari dalla realtà. Aiutarlo a maturare un atteggiamento critico difronte a quello che lo circonda.
I dati da cui l’Aiart è partita per far nascere l’idea dei percorsi formativi sono reperiti dai reporter dello sportello Help Web Reputation Giovani del Corecom Lombardia, dove si legge che
il 72% dei ragazzi intervistati pubblica sui social network foto e video personali, contro il 36% che in alcuni casi ha deciso di non condividere qualcosa per paura di poter danneggiare la propria immagine. Basti pensare che l’84% dei ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 18 anni interpellati dal Corecom ha un profilo social.
Quindi un’educazione corretta diventa indispensabile.
Questo progetto si sta espandendo e si vuole estendere l’esperienza a scuole e oratori in giro per l’Italia. È già attivo a Palermo nell’istituto Gonzaga a gestione gesuita e nelle Marche dove è stata creata una task force per l’educazione digitale.
Oggi, l’educazione parte da internet.
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