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Gomorra: episodi 5 e 6

Gomorra: episodi 5 e 6

Continua la serie di Stefano Sollima e finalmente arriviamo al momento epico che tutti stavamo aspettando dalla fine della prima stagione: l'incontro

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Continua la serie di Stefano Sollima e finalmente arriviamo al momento epico che tutti stavamo aspettando dalla fine della prima stagione: l’incontro tra Gennaro Savastano e Ciro Di Marzio.

Di Irene Tinero

Il quinto episodio ruota completamente intorno all’appuntamento richiesto da Ciro, a cui Gennaro ha accettato di partecipare, in un clima di tensione crescente: la puntata ha inizio con due mani che costruiscono una pistola e a stupirci è ancora una volta Patrizia. A questo “fierro” è destinato un solo colpo, nascosto in un normale dentifricio: quelli della Camorra sono meccanismi paradossalmente molto più articolati di quel che si potrebbe credere.
La puntata è un gioco di attese e noi assistiamo, parallelamente, alle vite di Gennaro e Ciro: l’Immortale si incontra con Don Aniello e chiede il suo aiuto per evitare un’altra guerra tra clan. Si noti che dopo questo incontro vediamo Aniello in un consorzio agroalimentare, in cui i frutti sono rifugi per la droga: il vezzo camorristico di nascondere cocaina nella merce che ufficialmente producono è già stato mostrato, ma mai prima d’ora si era fatto riferimento all’immensa gestione del mercato ortofrutticolo che appartiene realmente alla Camorra. Non lo sapevi, ma sono anche in quello che mangi.

Per quanto riguarda Gennaro lo ritroviamo a Roma, dove ha deciso di piantare radici e creare lì il suo impero. Credo faccia molto onore a Sollima questo continuo evidenziare il filo che collega la criminalità napoletana alla città di Roma, già sottolineato in Suburra, film che torna spesso in questa seconda stagione: è purtroppo un retaggio della mente, una diceria popolare, l’idea che la Camorra sia solo a Napoli. Una delle città in cui hanno i mercati più fiorenti è Aberdeen, Scozia.
La sola pecca da rimproverare alla regia in queste scene romane è la ricomparsa, un ritorno dal mondo dei morti, degli amici di Gennaro: li avevamo lasciati crivellati di colpi in una galleria, come siano riusciti a sopravvivere è un mistero.
Finalmente giungiamo all’incontro, in una fredda ma bellissima Trieste: tu spettatore sei pienamente consapevole che Gennaro è nascosto nella camera di Ciro e forse lo sa anche l’Immortale: torna di nuovo la pistola ed il solo colpo. Contrariamente a quanto avrebbe fatto chiunque, Gennaro non spara a Ciro, che si mostra debole come mai prima: il giovane boss baratta quanto accaduto in cambio di maggiori introiti, alla condizione, imposta dall’Immortale, che Pietro e i suoi uomini non escano più dal loro Rione.
In mezzo a tanta violenza, nessuno immaginerebbe che uno dei fili conduttori è il rapporto padre-figlia.

Nella puntata successiva a mio avviso tornano troppo i meccanismi della prima stagione: ho aspettato a criticare Sollima in tal senso, ma giunti ormai al sesto episodio, possiamo dire che i motori sono esattamente gli stessi.
Tutto ha inizio con lo scontro Gennaro-Pietro, in cui il figlio critica al padre la totale mancanza di fiducia: per quanto sembrò spietata, donna Imma mise alla prova il figlio con l’esperienza in Honduras. Pietro riflette sulla questione e inizialmente sembra davvero lasciare le redini a Gennarino ma alla fine tutto crolla di nuovo e si mostra ancora più che il loro è forse il legame più fragile.
Ma le scissioni non finisco qui: con l’abilità che gli è propria e solcando sempre la stessa onda è di nuovo Ciro a sollevare un polverone. Non contento di essersi salvato la vita e aver stabilito un accordo con i Savastano, incalza il fatto che Gennaro è ormai lontano, non si cura della sua Napoli ed ha abbandonato gli amici. Il procedimento dell’Immortale è sempre lo stesso eppure funziona ogni volta: i ragazzi, illusi dalla prospettiva di maggior potere, si allontaneranno da Gennaro, Pietro e i loro uomini, per mettersi sotto un altro padrone.
La scena in cui vanno a cercare O’ Malamore, fedelissimo di Don Pietro è esemplare: i costumi sono un incrocio tra le SS naziste e i soldati ninja, ma c’è un gioco di luci e un utilizzo dei laser che rendono impeccabile il lavoro.

Speriamo si smuovano un po’ le acque, ma complimenti di nuovo a Sollima e cast!

Di Irene Tinero

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