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Internet deve cambiare, lo dice il suo fondatore

Internet deve cambiare, lo dice il suo fondatore

Tim Berners-Lee, inventore del world wide web, ha identificato i tre caratteri da modificare: privacy, notizie false e campagne politiche. Quando i

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Tim Berners-Lee, inventore del world wide web, ha identificato i tre caratteri da modificare: privacy, notizie false e campagne politiche.

Quando il 12 marzo 1989 Tim Berners-Lee, trentaquattrenne impiegato al CERN di Ginevra, presentò il www, un progetto che permetteva e condividere informazioni con un numero mai visto e una velocità per l’epoca impossibile.
Sono passati 28 anni e oggi il “web” è uno dei pilastri del mondo moderno, imprescindibile per praticamente tutto ciò che facciamo. Ma non tutto funziona al meglio, e lo sanno un po’ tutti, però ciò che andrebbe realmente modificato è stato suggerito dallo stesso padre creatore, un po’ a sorpresa.

E allora quali sono questi caratteri?

Innanzitutto ecco come ha descritto l’idea originale per cui diede vita a tutto ciò: “Immaginai il web come una piattaforma aperta che avrebbe permesso a chiunque, ovunque, di condividere informazioni… ma negli ultimi 12 mesi, ho iniziato a preoccuparmi sempre più di tre nuovi trend, che secondo me dovremmo fermare per poter permettere al web di raggiungere il suo vero potenziale di strumento che possa servire all’umanità.”

I problemi su cui bisognerebbe focalizzarsi sono quindi privacy ( “Abbiamo perso il controllo dei nostri dati personali” ), poiché molti, troppi siti puntano tutto sul trattamento dei dati personali, riducendo al minimo la nostra libertà di anonimato: “Perdiamo i benefici che potrebbe avere se avessimo controllo diretto sui nostri dati, e su quando condividerli e con chi”.

Ma c’è anche il capitolo Fake News: “La disinformazione circola troppo facilmente. Oggi la maggior parte delle persone si informa sul web attraverso una manciata di siti, di social network e di motori di ricerca. Questi siti guadagnano soldi se clicchiamo su certi link che ci mostrano. E scelgono cosa mostrarci in base ad algoritmi che si basano sui nostri dati personali, che vengono continuamente esaminati”. Le false notizie quindi come male endemico dell’internet moderno, una pianta carnivora da estirpare.

E infine l’ultimo punto, che riguarda la politica e le sue campagne elettorali, che Lee definisce una “sofisticata industria”. Se sul web tutti si informano, sempre lì crescono le convinzioni politiche, quindi il marketing elettorale deve smettere di costruire pubblicità personalizzata, diretta proprio per gruppi di utenti.

La chiusura quindi: “Sono problemi complicati, e le soluzioni non saranno semplici. Dobbiamo collaborare con le aziende del web per trovare un equilibro che rimetta nelle mani delle persone il controllo di una mole accettabile di dati che le riguardano: fa parte di questo anche lo sviluppo di nuove tecnologie come i data pods personali.”
Riuscirà il World Wide Web a rinnovarsi e non perdersi nei propri difetti?

Di Umberto Scifoni

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