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Per assumere giovani c’è bisogno di nuovi investimenti

Per assumere giovani c’è bisogno di nuovi investimenti

È Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, a dirlo. Investimenti il tema dell' incontro dei membri della Confederazione Generale dell’Industria i

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È Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, a dirlo. Investimenti il tema dell’ incontro dei membri della Confederazione Generale dell’Industria italiana a Rimini.

Cosa fare per i giovani e per facilitarne l’ingresso nel mondo del lavoro? Investimenti! Ha le idee chiare Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, il quale durante un recente intervento a Rimini ha affermato che bisogna realizzare “investimenti massivi per l’assunzione dei giovani […] occorrerà investire risorse sufficienti a garantire la piena decontribuzione fiscale per i primi tre anni”.

Tra gli ostacoli maggiori che un imprenditore trova nell’assumere i giovani vi è, infatti, il costo che questo deve sopportare, spesso in relazione a lavoratori ancora tutti da formare. Per questo non è raro, per non dire che anzi è molto frequente, purtroppo, trovare giovani sfruttati dalle imprese e assunti senza contratto, in nero, o con contratti, spesso anche fittizi, che non rispondono alle mansioni reali.
Le misure che gli ultimi governi stanno adottando sono, per questo, dirette da una parte a scoraggiare e scoprire il sottobosco del lavoro giovanile non in regola e, dall’altra, dirette a rendere meno gravose (soprattutto fiscalmente) le assunzioni di giovani lavoratori.

Fondamentali a questo scopo sono le agevolazioni previste per gli imprenditori che assumono i giovani, spesso però ancora non abbastanza incoraggianti.
“Da quello che abbiamo letto fino ad oggi ci sembra una risposta un po’ più timida rispetto a quell’effetto che vorremmo si realizzasse nell’economia reale” – sottolinea infatti Vincenzo Boccia. Secondo lo stesso servirebbe, invece, un’azione più decisa, quale investire circa 10 miliardi di Euro nei prossimi 2/3 anni per creare 900 mila posti di lavoro, così da “attirare i giovani nel mondo del lavoro e riattivare la domanda nel Paese”.

Una parte dell’ingente investimento (circa 2 miliardi) dovrebbe essere dedicato a coprire il cosiddetto “bonus giovani”, uno sgravio fiscale per gli imprenditori che li assumono, per circa 300 mila nuovi posti di lavoro ad essi dedicati.

Tra i pericoli che si annidano però dietro una misura del genere c’è la possibilità che i datori di lavoro si possano approfittare di mano d’opera a prezzo minore e, una volta esaurite le necessità dell’impiego, licenziare il giovane lavoratore. Per evitare tale rischio, tutt’altro che fantasioso in Italia, ci sarebbe bisogno di una previsione legislativa ad hoc, come sostiene lo stesso Vincenzo Boccia: “Noi dobbiamo evitare azzardi morali, questa operazione deve essere fatta sull’incremento dell’occupazione, non sullo ‘status quo’, questa norma (anti licenziamento ndr.) ci trova non favorevoli, favorevolissimi”.

Vedremo se il governo saprà ascoltare i consigli provenienti dal settore dell’impresa e sarà poi anche in grado di sfruttarli al meglio, emanando una legge sull’impiego che possa essere definita tale.

#FacceCaso

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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