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Fuga di cervelli, da film commedia a drammatica realtà

Fuga di cervelli, da film commedia a drammatica realtà

Cervelli in fuga! Detto così sembra quasi il titolo di un cartone animato della Disney, di quelli allegri e divertenti.

Dai concorsi truccati alla scarsa attrattività dell'istruzione italiana. Scopriamo le cause più attuali della fuga. Cervelli in fuga! Detto così semb

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Dai concorsi truccati alla scarsa attrattività dell’istruzione italiana. Scopriamo le cause più attuali della fuga.

Cervelli in fuga! Detto così sembra quasi il titolo di un cartone animato della Disney, di quelli allegri e divertenti. In realtà c’è ben poco da ridere, la situazione è seria e in fondo non è neanche una notizia.

Il problema esiste da anni e le cause sono talmente tante che per elencarle tutte ci vorrebbe una lista lunga quanto quella dei debiti di Paperino. Ecco perché ci limiteremo ad esaminare solo quelle più importanti e attuali. Partiamo da un presupposto importante: l’istruzione italiana non attrae. E non sono io a dirlo, sono i fatti che parlano chiaro.

Noi ragazzi ormai scegliamo il nostro percorso di studi in base alle possibilità di lavoro che può offrire il territorio che ospita gli Atenei. In questo senso incide parecchio la collaborazione che c’è tra Università, Imprese e Pubblica Amministrazione.

Una sinergia che sul territorio italiano è decisamente mal distribuita e che crea pesanti differenze tra il Nord ed il Sud del Paese. A Milano, ad esempio, si sta già pensando a come riutilizzare le aree che hanno ospitato Expo e si sta ragionando sulla possibilità di trasformarle nel centro europeo della robotica e dell’innovazione.

Viceversa al sud, nonostante ci siano Università eccellenti come la Federico II di Napoli, lo sviluppo degli Atenei è frenato da una burocrazia che funziona malissimo e da un sistema economico troppo poco meritocratico.

Già, a proposito di meritocrazia, tra le cause della fuga di cervelli ci sono anche i concorsi truccati, sì insomma quelli che vanno a premiare i figli di papà invece di chi si è fatto il mazzo per davvero. Ormai vengono considerati “normali” e per questo accettati come se non fossero un problema. Ma, come disse qualcuno, ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo. Se è vero, allora la domanda è solo una: vogliamo davvero risolverlo?

#FacceCaso

Di Gabriele Scaglione

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