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Primo soccorso a scuola. Tu sai fare il massaggio cardiaco?

Primo soccorso a scuola. Tu sai fare il massaggio cardiaco?

Grazie a una petizione di 93mila firme e un comma del provvedimento sulla ‘buona scuola’, gli istituti avranno la possibilità (facoltativa) di insegna

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Grazie a una petizione di 93mila firme e un comma del provvedimento sulla ‘buona scuola’, gli istituti avranno la possibilità (facoltativa) di insegnare massaggio cardiaco, defibrillazione e le altre tecniche di soccorso. #FacceCaso.

Con il congresso della Società Sis 118 in corso a Roma, sono state emanate delle linee guida per l’insegnamento del primo soccorso a scuola, previsto per novembre.

Grazie a una petizione di 93mila firme e un comma del provvedimento sulla ‘buona scuola’, gli istituti avranno la possibilità (facoltativa) di insegnare massaggio cardiaco, defibrillazione e le altre tecniche di soccorso.

“Ora con le linee guida non ci sono più scuse, le scuole avranno tutti gli strumenti per adottare il corso. Avviare primo soccorso nelle scuole è un primo passo per interfacciarci con la società civile, puntiamo non solo agli alunni ma anche agli adulti”. Sottolinea Balzanelli.

“L’obiettivo è avere un”Italia cardiorprotetta’, con da una parte sempre più persone che sanno come fare la rianimazione cardiopolmonare e dall’altra una distribuzione maggiore dei defibrillatori, non solo nelle scuole e nelle palestre ma anche nei condomini e sui mezzi di trasporto, dai treni ai mezzi pubblici”.

Stando alle statistiche, in Italia 60mila persone ogni anno sono vittima di ‘morte improvvisa’ e un terzo di loro potrebbe essere salvato se entro tre minuti viene effettuato il massaggio cardiaco.

“Per la legge dovrebbe esserci una ambulanza ogni 60mila abitanti, ma ci sono zone del paese in cui siamo molto sotto questo standard”. Spiega piega l’esperto.

“Ora la componente sanitaria del 118 si sta desertificando, c’è un forte depauperamento degli equipaggi, e questo rappresenta una minaccia seria nella qualità dei soccorsi prestati. Ciascun cittadino italiano quando sta per morire all’improvviso merita di ricevere in pochissimi minuti, sanciti dalla legge, un soccorso fornito da un equipaggio in grado di fare una diagnosi e una terapia salvavita, quindi con un medico e un infermiere”.

“È necessario quindi aumentare il personale e i mezzi di soccorso, e fare più formazione e addestramento. Bisogna capire che le ambulanze non sono dei ‘taxi sanitari’, ma un mezzo per portare la terapia il prima possibile, al punto che stiamo per varare dei progetti scientifici per studiare cosa succede nel corpo nei primi momenti dopo l’evento avverso, una finestra temporale che non è molto conosciuta”.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani

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