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UniTorino propone un calendario unico per più corsi di laurea

UniTorino propone un calendario unico per più corsi di laurea

Gli studenti vorrebbero bloccare la proposta di creare solo due sessioni di esami. #FacceCaso. L’Università di Torino ha proposto la creazione di un

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Gli studenti vorrebbero bloccare la proposta di creare solo due sessioni di esami. #FacceCaso.

L’Università di Torino ha proposto la creazione di un calendario unico per risolvere i problemi di aule per i corsi di:

  • Lettere
  • Giurisprudenza
  • Lingue
  • Scienze Politiche

Ieri pomeriggio, delirio nel palazzo del Rettorato, dove si stava svolgendo il Senato accademico. Gli studenti vorrebbero bloccare la proposta di creare solo due sessioni di esami. Da giugno a settembre, la prima, e da gennaio a febbraio, la seconda, per i diversi corsi di laurea.

Il rettore Gianmaria Ajani, ha un problema serio: la scarsa disponibilità di aule per i corsi di alcuni dipartimenti. Il progetto da lui proposto, prevedeva che il numero di esami previsti non fosse ridotto. Per gli studenti di alcuni dipartimenti, abituati a essere valutati anche a novembre ed aprile, si sarebbero accavallati gli appuntamenti gli esami dei vari corsi.

“Non siamo favorevoli perché si cerca di omologare il calendario senza aver prima modificato la didattica. Nei diversi dipartimenti ci sono corsi di durata diversa e che hanno anche una mole di studio non assimilabile. Soprattutto non è sensato che un cambiamento di questo tipo venga fatto per problemi logistici. Se si vuole fare la riforma della didattica la bussola deve essere legato ai problemi dell’insegnamento”. Spiega il portavoce degli Studenti Indipendenti, Federico Salvatore.

L’idea di fondo è ottimizzare gli spazi, che sono limitati, spiega Ajani. “Con una centrale unica che assegni aule per corsi ed esami si potrebbero risolvere alcuni problemi, ma serve una riflessione profonda e per questo abbiamo deciso di avviare un confronto. Una delle idee che era stata valutata dal gruppo di lavoro era anche uniformare i calendari, ma ci vorrà ancora un po’ per trovare la soluzione migliore”. Racconta il rettore.

Gli studenti non sono contrari ai cambiamenti. “Non è che vogliamo i calendari restino così come sono, ma non basta avere ovunque lo stesso numero di appelli, conta anche in quali periodi dell’anno sono disposti. Avere sessioni a novembre e aprile permette a tanti universitari di non andare fuori corso e preparare gli esami senza sovrapporli”. Conclude il portavoce dei Si.

#FacceCaso.

Di Francesca Romana Veriani 

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