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Bussetti vuole ridurre le ore di alternanza scuola-lavoro

Bussetti vuole ridurre le ore di alternanza scuola-lavoro

A detta del nuovo ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, le ore di alternanza scuola-lavoro sono troppe e fatte male. #FacceCaso. Come sai, per no

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A detta del nuovo ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, le ore di alternanza scuola-lavoro sono troppe e fatte male. #FacceCaso.

Come sai, per noi di #FacceCaso, l’alternanza scuola-lavoro è molto importante. Attraverso questo progetto ci proponiamo di fornire competenze di base sulla realizzazione di articoli di giornale strutturati e coerenti con le consegne previste per l’Esame di Stato.

Uno dei nostri obiettivi è quello di aiutare gli studenti nell’orientamento universitario presentando anche il nuovo mondo della comunicazione digitale, inoltre cerchiamo di arricchire la formazione degli studenti attraverso l’acquisizione di soft skills immediatamente spendibili nel mondo del lavoro come teamwork, gestione di social network, public speaking, web content management e molto altro. 

Nonostante realizzare un collegamento tra l’istituzione scolastica e il mondo del lavoro sia di fondamentale importanza, a detta del nuovo ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, le ore di alternanza scuola-lavoro sono troppe. 

Il ministro infatti, non intende intervenire solo sulla chiamata diretta che verrà abolita a breve con un apposito disegno di legge presto in discussione in Parlamento, ma anche su un altro elemento fondamentale della “Buona scuola”, l’alternanza scuola/lavoro. Al Tgr Lombardia, Bussetti ha fatto sapere:

“Il numero di ore di alternanza scuola-lavoro è eccessivo, ci sono scuole in difficoltà soprattutto in alcune aree del Paese. Stiamo studiando alcuni cambiamenti”.

In poche parole Bussetti ha spiegato che l’alternanza è organizzata male e per certi versi ha anche ragione. Il suo intento è quello di fissare una soglia minima invece di quella obbligatoria e di rendere inoltre le attività scelte dalla scuola “vincolate ad aderire all’orientamento degli studi dei ragazzi”. 

#FacceCaso. 

Di Francesca Romana Veriani 

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