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Quando tua/o sorella/fratello prende la patente

Quando tua/o sorella/fratello prende la patente

Sono felice per mia sorella, ha sconfitto le sue paure e finalmente ha centrato l’obiettivo.. da adesso in poi però ci toccherà fare i turni per chi p

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Sono felice per mia sorella, ha sconfitto le sue paure e finalmente ha centrato l’obiettivo.. da adesso in poi però ci toccherà fare i turni per chi prede la macchina. Sto vivendo un dramma esistenziale. #FacceCaso.

Sono una ragazza di 22 anni molto fortunata. I miei genitori mi hanno comprato una macchina bellissima appena ho preso la patente. Guidavo una 500 grigio metallizzato che avevo battezzato come Guendalina seconda (Guendalina prima è stata la mia macchinetta, uno di quei taglia erba che si porta senza patente, una coattissima Aixam A721). 

Un bel giorno (si fa per dire), i ladri me l’hanno portata via. Era parcheggiata sotto casa, l’avevamo appena lavata, me lo ricordo come se fosse ieri. Abbiamo aspettato che l’assicurazione ci risarcisse per il furto prima di acquistare un’altra macchina. Nel frattempo il mio ragazzo mi ha prestato un motorino che utilizzava durante il suo periodo buio dell’adolescenza (ne hai avuto uno anche tu che stai leggendo, ammettilo). Un Gilera runner del 2009. Uno di quei motorini con cui, nell’immaginario comune, i ragazzetti scippano le vecchiette sul marciapiede a volto scoperto e senza casco. Un cinquantino che fa più rumore di una Ferrari che passa da 0 a 100 al semaforo, insomma, una borata pazzesca per un maschio, figuriamoci per una ragazza. Avrei fatto di tutto pur di non stare a piedi, perfino farmi la Tiburtina in salita in bicicletta. 

Non lo ringrazierò mai abbastanza per quel prestito, ma poi un giorno l’assicurazione ci ha risarcito ed è arrivata lei, la mia nuova macchina. Una bellissima Smart 4 posti bianca e argento. Mi è sempre andata di lusso perché mia sorella “era piccola”. Poi quando mia sorella ha fatto 18 anni ho iniziato a preoccuparmi perché da lì a breve avrebbe preso la patente e la macchina sarebbe passata dall’essere “mia” all’essere “nostra”. La “nostra macchina” suona proprio male. Non riesco nemmeno a dirlo. 

La macchina con cui ho fatto chilometri e chilometri, che mi ha accompagnato in stazione, con cui ho fatto gli esami, in cui ho mangiato, pianto, fatto cose che adesso non ti sto qui a spiegare, è diventata “nostra”. Sono felice per mia sorella, ha sconfitto le sue paure e finalmente ha centrato l’obiettivo.. da adesso in poi però ci toccherà fare i turni per chi la prede. Sto vivendo un dramma esistenziale.

#FacceCaso. 

Di Francesca Romana Veriani 

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