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Religione: sempre più studenti non la seguono

Religione: sempre più studenti non la seguono

Pensa che dal 2006/2007 al 2016/2017, in dieci anni, gli studenti che non frequentano l’unico insegnamento facoltativo previsto dalla scuola italiana,

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Pensa che dal 2006/2007 al 2016/2017, in dieci anni, gli studenti che non frequentano l’unico insegnamento facoltativo previsto dalla scuola italiana, è salita di quasi 6 punti. #FacceCaso.

Crocifisso nelle classi sì, crocifisso nelle classi no. Mentre i grandi discutono, sempre più ragazzi non frequentano l’ora di religione. Il 21% degli studenti italiani sceglie di non seguire questo insegnamento. 

Quando si avvicina il Natale, escono fuori sempre le stesse problematiche: il presepe a scuola? L’albero? La recita? Il rispetto per le altre culture? La verità è che nel frattempo, soprattutto al Nord, gli studenti delle superiori scappano letteralmente dall’ora di religione. Fino a quando decidere sono i genitori, le adesioni sono abbastanza alte, anche se in calo del 10%. Appena i ragazzi compiono 18 anni, i numeri crollano drasticamente.

Il Miur ha fatto sapere che oltre 560 mila ragazzi (il 21% degli studenti), ogni settimana preferiscono fare altro durante l’ora di religione: entrano un’ora dopo a scuola, escono prima, oppure ne approfittano per studiare altre materie. Non c’entra niente con la presenza in classe di ragazzi che professano altre religioni, visto che alle superiori è solo il 7,1%.

Pensa che dal 2006/2007 al 2016/2017, in dieci anni, gli studenti che non frequentano l’unico insegnamento facoltativo previsto dalla scuola italiana, è salita di quasi 6 punti.

Nello specifico, al Nord diserta la lezione quasi uno studente su tre: il 30,4%. In Valle d’Aosta (41,6%) e la Toscana (37,4%), la fuga decima le classi. Al Sud, abbandonano le classi solo l’8,5% di studenti. Per fortuna al liceo i danni sono limitati: solo uno studente su sei se ne va in giro durante religione. Nei tecnici e nei professionali la percentuale raggiunge rispettivamente il 24,1% e il 26,2% nel secondo caso.

#FacceCaso. 

Di Francesca Romana Veriani 

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