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Bremerstraße 23, cronache di un Erasmus a Kiel – La Burocrazia tedesca

Bremerstraße 23, cronache di un Erasmus a Kiel – La Burocrazia tedesca

Essere in Erasmus non vuol dire solo studiare, vuol dire soprattutto fare i conti con la burocrazia tedesca. E non è così semplice. Ho ancora una lis

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Essere in Erasmus non vuol dire solo studiare, vuol dire soprattutto fare i conti con la burocrazia tedesca. E non è così semplice.

Ho ancora una lista di cose da fare attaccata al muro della stanza del mio dormitorio in Bremerstraße 23 (per i primi due capitoli, guarda qui). Una lista di sfide contro la lunga, seppur precisa burocrazia tedesca.

La prima cosa che devi sapere è che devi registrarti come “cittadino temporaneo” del Land di cui fai parte. La cosa bella è che se stai per sei mesi lo stato ti darà qualche soldo per vivere. A me hanno dato 100€. In Germania con quei soldi ci paghi a malapena la tassa di inizio semestre, ma va bene così.

Per farlo devi registrarti al Rathaus, per gli amici “Municipio” che di solito apre verso le 7.00 del mattino e se non sei lì per quell’ora stai sicuro che il primo appuntamento disponibile sarà a novembre. Ma tu sei arrivato a settembre e devi farlo entro le prime sei settimane. #Ah

Poi devi preparare il contratto d’affitto e il learning agreement. Il primo non dovrebbe essere difficile da ottenere, soprattutto se come me vi è stata assegnata una stanza. Il secondo, beh, il secondo è un’avventura.

Le Università tedesche sono di solito giganti e gli uffici non si parlano tra di loro. Quindi non c’è modo che un ufficio riesca a dirti esattamente quello che devi fare, perché sarà sicuramente compito dei colleghi, che guarda caso hanno la sede dall’altra parte della città e il loro orario sarà dalle 9.00 alle 11.00 di mattina proprio quando hai lezione.

Ed è esattamente quello che è successo a me con il Learning Agreement, il documento in cui ci sono scritti gli esami che farai all’estero e quelli da convalidare in Italia. La mia università lo aspettava entro il 15 novembre, non è ancora arrivato.

La burocrazia non è mai cosa facile ma dopo essere abituata a quella italiana non vedevo l’ora di venire in un paese più veloce e preciso. E invece.

#FacceCaso

Di Benedetta Erasmo

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