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L’Università di Palermo, i cervelli in fuga e nuovi posti da ricercatore

L’Università di Palermo, i cervelli in fuga e nuovi posti da ricercatore

42 posti da ricercatore assegnati dal Ministero dell'Istruzione all'università siciliana, per provare a tenere in casa i cervelli in fuga. Il fenomen

Non sono i cervelli in fuga il problema, ma i giovani che abbandonano gli studi!
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42 posti da ricercatore assegnati dal Ministero dell’Istruzione all’università siciliana, per provare a tenere in casa i cervelli in fuga.

Il fenomeno della fuga di cervelli dal Belpaese è ormai fatto conclamato. Sempre più sono i giovani che fanno la valigia e vanno all’estero a studiare all’università o a cercare lavoro. Mete preferite: Gran Bretagna, Belgio, Germania; ma anche Francia e Spagna. Insomma, va bene ovunque tranne che qui.

Perché?

Il motivo è presto detto: ti laurei e rimani a zonzo. Non ti laurei e vuoi lavorare subito? Rimani a zonzo, ma con meno possibilità di far carriera. Ti laurei, prendi “sessantordici” master: rimani a zonzo o, se lotti per vincere il bando di dottorando, ti superano i sempreverdi “amici di amici”. E le alternative a non lavorare sono solo due: parti o accetti stipendi da fame, mascherati da stage. Lavori 12 ore al giorno, sottopagato e schiavizzato. No. Non è un’esagerazione. Solo una triste verità.

C’è chi prova a fermare tutto questo

Detto che i posti da ricercatore sono sempre meno, in un paese che sogna di diventare “Influencer”, c’è chi prova a trattenere le menti migliori.

Accade all’Università di Palermo, fresca assegnataria di 42 posti di ricerca da parte del Ministero dell’Istruzione.

Come riporta il Corriere, 9 saranno “ammessi a finanziamento successivamente”, mentre ben 31 saranno immediatamente disponibili.

A chi sono rivolte

Pensate che su 42 borse, ben 12 avranno l’intento di far rientrare i ragazzi dal Nord Italia o dall’estero e riguarderanno le facoltà di Fisica e Chimica, Ingegneria, Economia, Medicina, Giurisprudenza e Scienze umanistiche.
Buone notizie per la ricerca al Sud, quindi, e blocco dei cervelli in fuga. Che sia al Nord o all’estero poco importa, basta che non partano. Perché la crescita di un paese, cosa di cui abbiamo evidentemente bisogno, passa dalla cultura. Inevitabilmente. E dai giovani, che un giorno rappresenteranno la classe dirigente di questo straordinario ma vituperato Paese.

#FacceCaso

Di Giulio Rinaldi

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