Che scuola hanno frequentato i campioni italiani? Ve lo diciamo noi in questa nuovissima rubrica. Oggi tocca ad un bad boy: Mario Balotelli. Vi siete
Che scuola hanno frequentato i campioni italiani? Ve lo diciamo noi in questa nuovissima rubrica. Oggi tocca ad un bad boy: Mario Balotelli.
Vi siete mai chiesti quale scuola avessero frequentato da adolescenti campioni e campionesse del calibro di Buffon o Bebe Vio? Noi sì. E per risponderci (o meglio, per rispondervi) abbiamo ideato una nuova rubrica nella quale ogni settimana ripercorreremo la carriera scolastica di uno sportivo.
Visto che questa sera andrà in scena il 224° derby della Madonnina tra l’Inter ed il Milan, abbiamo scelto di occuparci degli studi di un calciatore che in carriera ha vestito sia la maglia rossonera che quella nerazzurra: l’attuale punta di diamante del Brescia Mario Balotelli.
Supermario ha esordito in Serie A tra le file dell’Inter e lo ha fatto giovanissimo, ad appena 17 anni. Già allora il giocatore di origine ghanese aveva cucita addosso un’etichetta che non è ancora riuscito a levarsi, quella del “bad boy”. E come ogni “bad boy” che si rispetti, anche Balotelli ha avuto dei trascorsi piuttosto turbolenti sia con i suoi insegnanti che con la scuola in generale.
Ciò nonostante ha deciso comunque di portare a termine i suoi studi superiori per tenere fede alla promessa fatta ai genitori adottivi. E così nel 2010 si è diplomato in ragioneria, anche se più che ad uno dei suoi gol quel diploma assomiglia ad un salvataggio sulla linea visto il punteggio (60/100).
Ma veniamo al dunque, dove ha conseguito la maturità Supermario? All’Istituto Milano, una scuola paritaria del capoluogo lombardo sita in Via Guinizelli 4. A comunicargli il risultato del suo Esame di Stato era stata la fondatrice e direttrice dell’istituto Attilia Ferrari.
“Mario ce l’hai fatta, hai preso 60”. Aveva esordito così la Ferrari nella telefonata fatta nel luglio di 9 anni fa all’ex attaccante del Milan, il quale in preda all’entusiasmo rispose che, con quel pezzo di carta portato a casa, ora poteva fare il mestiere che preferiva.
Alla fine ha scelto di continuare a giocare a calcio e nonostante le sue proverbiali “balotellate” è riuscito comunque a togliersi un po’ di soddisfazioni e a mettere qualche trofeo in bacheca. Adesso che è tornato a Brescia, la città dov’è cresciuto, sperano tutti che abbia messo finalmente la testa a posto e che quel diploma di ragioneria lo aiuti a ragionare di più, sia in campo che fuori.
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