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Scuola, ecco le regole per la DAD: massimo 20 ore a settimana

Scuola, ecco le regole per la DAD: massimo 20 ore a settimana

Iniziano a prendere forma le bozze su come sarà organizzata la DAD (didattica a distanza). Alle superiori massimo 20 ore a settimana. Si comincia a v

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Iniziano a prendere forma le bozze su come sarà organizzata la DAD (didattica a distanza). Alle superiori massimo 20 ore a settimana.

Si comincia a vedere luce infondo al tunnel dei dubbi su come funzionerà la scuola nell’era post Covid. Tra i tanti temi ancora dibattuti, almeno sulla DAD (didattica a distanza) sembra si sia trovata una strada percorribile. La prima bozza su cui si stanno costruendo le linee guida da seguire parla di almeno 10 ore settimanali per scuole primarie, 20 per le superiori. All’interno di questa forbice starà poi ai presidi valutare caso per caso la situazione dei propri istituti.

Il vincolo scatterà esclusivamente in caso di nuovo lockdown o se tra gli alunni si presenterà un caso di contagio. In assenza di necessità, invece, solo i dirigenti delle superiori potranno avvalersi delle ore di lezioni da casa se non sarà possibile in altro modo garantire le distanze minime tra i banchi. In pratica, dipende da quanto è grande l’edificio scolastico.

Nessuna indicazione però è ancora arrivata riguardo la durata delle lezioni a distanza. Anche in questo caso è tutto rimesso alla decisione degli organi di istituto competenti. Ma sembra comunque probabile che si farà anche rifermento ad una contrattazione collettiva, in accordo con i sindacati dei docenti. Proprio questi ultimi, infatti dovranno essere primariamente coinvolti nella gestione della DAD. A tal proposito infatti, sembra plausibile l’ipotesi che vedrebbe la partecipazione di chi seguirà da casa in contemporanea con la lezione in aula, onde evitare che l’insegnante debba, di fatto, fare il doppio del lavoro prima con gli uni e poi con gli altri.

È dunque possibile che i ragazzi in classe vedranno alcuni compagni su un maxischermo in collegamento. Ogni scuola dovrà per tanto attrezzarsi con gli strumenti idonei, indicando una piattaforma on line condivisa con tutti gli studenti, che rispetti inoltre le normative sulla privacy. Per questa ragione il ministero considera l’aggiornamento professionale informatico dei docenti di primaria importanza. A cui va aggiunta una nuova idea di gestione della classe e sui modelli inclusivi che permettano un consono apprendimento anche in tali particolari situazioni logistiche.

A parole sembra tutto facile. Bisogna vedere in che termini ciò andrà a concretizzarsi. I corsi di aggiornamento li elaborerà direttamente il MIUR? Oppure saranno a carico dei singoli interessati? E in caso, chi ne controllerà l’effettivo adempimento?

#FacceCaso

Di Tommaso Fefè

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