A Milano si allestiscono veri e propri set video per gestire le lezioni a distanza. E saranno gli stessi studenti a curare le riprese per i compagni.
A Milano si allestiscono veri e propri set video per gestire le lezioni a distanza. E saranno gli stessi studenti a curare le riprese per i compagni.
“La rivoluzione francese, prima. Ciack! Si spiega“. Potrebbe iniziare così una normalissima lezione di storia durante il prossimo anno scolastico in un qualsiasi istituto di Milano. In questi giorni, infatti, alcune scuole del capoluogo lombardo si stanno attrezzando con dei veri e propri set per gestire le lezioni a distanza. Perché si fa presto a parlare di DAD e alunni che seguono da casa. Ma come materialmente ciò si debba fare in pochi lo hanno capito. Così i presidi di sei licei meneghini hanno deciso di anticipare la data di rientro a scuola rispetto a quella fissata dal MIUR anche per far prendere dimestichezza ai ragazzi con le novità di quest’anno.
In particolare, la trovata delle lezioni in sincrono (video e presenza insieme) sembra risolvere il problema della gestione della didattica da remoto. I professori non devono fare due volte lo stesso lavoro, prima per chi è al banco e poi per quelli al computer. E i ragazzi, di fatto, partecipano collettivamente alla lezione.
Anzi, almeno in un caso, è proprio grazie a loro che il sistema funzionerà. Perché presso l’Itsos Albe Steiner non ci sarà nessun tecnico specialistico o assistente fisso. Saranno gli alunni stessi a dover gestire le riprese, curandone ogni aspetto. Dalla regia alla manutenzione delle attrezzature. Così oltre ad imparare le materie, i ragazzi prenderanno dimestichezza anche col funzionamento di vere telecamera. Binomio perfetto, giacché si tratta di un istituto tecnico professionale. Tanto che questo contributo sarà conteggiato tra le ore di alternanza scuola-lavoro.
Domenico Balbi, il preside ha spiegato così l’iniziativa: “Curare le riprese toccherà a quattro ragazzi, a turno, Nel biennio saranno aiutati, all’inizio, da un assistente tecnico. Metà della classe seguirà le lezioni a scuola e, la settimana successiva, invece, da casa, facendo venire in classe chi seguiva da remoto. Ogni aula ha 15 sedute monoposto circa”. L’obiettivo, conclude, è “abbattere la differenza tra licei, istituti tecnici e professionali, che spesso vengono scelti in base alla bravura di uno studente. La mia idea è di creare una scuola-polo dell’audiovisivo, che comprenda tutti e tre gli sbocchi. Un posto dove i ragazzi sarebbero guidati in base alle attitudini, alle loro spiccate capacità e competenze, verso il percorso più adatto a loro“.
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