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FacceSapè: ecco la nostra intervista per il nuovo singolo di Dongo D

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Nuovo appuntamento con le nostre interviste musicali: oggi è Dongo D a passare sotto le grinfie di Giorgia per parlare del suo nuovo singolo “Il mostro che hai dentro”.

Esce venerdì 2 aprile 2021 in distribuzione Artist First “Il mostro che hai dentro” di Dongo D, il progetto solista di Dario Dongo. Il brano, che non ha paura di suonare sfacciatamente pop, vuole descrivere una pulsione primordiale comune a tutti noi, un istinto che la società spesso condanna, un “mostro” che ci teniamo tutti dentro. È un invito a essere sè stessi, nonostante tutto.

Ne abbiamo parlato direttamente con lui.

Chi è Dario quando non suona?
Bella domanda! Quando non suono sono un ragazzo come tanti. Mi piace vedermi – quando possibile – con gli amici, fare serata, andare a ballare, bere, mangiare, fare gite fuori porta, portare a spasso i miei bimbi pelosi e desidero la pace nel mondo!!! Scherzi a parte, quando non sono io a fare musica ne ascolto molta e la più disparata. Mi piace fare lunghe chiacchierate e discorsi densi, di quelli che sai quando inizi ed alla fine ti ritrovi da tutt’altra parte. Faccio la spesa e cerco di tenere in ordine casa destreggiandomi tra lavoro, i miei bimbi a quattro zampe, gli amici, letture, film, documentari e serie televisive. Sono molto curioso del mondo, mi piace scoprire come funzionano le cose ed i rapporti umani. Mi piace l’arte in tutte le sue forme perché racconta del mondo e di noi attraverso gli occhi del “bello”.

Come nasce la tua collaborazione con Studio B Recording?
Io per vivere, al momento, faccio un altro lavoro. Ho sempre lavorato da quando sono uscito dal liceo, barcamenandomi tra studio e lavoro. Poi la vita era diventata solo lavoro e la musica era relegata ad un piccolo spazio personale. Dopo un esame di coscienza ho realizzato che quello che volevo fare con la musica era scrivere, arrangiare, comporre. Stefano, il proprietario dello studio, era una delle conoscenze del regista teatrale con cui collaboravo come attore; gli chiesi l’amicizia su Facebook e sfacciatamente gli domandai di incontrarlo perché cercavo di mollare il lavoro che stavo facendo e volevo lavorare nel mondo della produzione musicale. Dopo una bella chiacchierata ed un bellissimo incontro con una persona competente, spigolosa, sincera e di buon cuore iniziammo a collaborare. Siamo diventati amici ormai, almeno credo, se non l’ho fatto impazzire con i miei progetti personali! 😀

Chi è invece il misterioso TQM?
TQM (acronimo per The Quiet Man, non ama mettersi in mostra) è un vecchio barbagianni che ho avuto l’onore di conoscere cercando di tenere a bada la mia forma fisica! Era il mio, diciamo, “personal trainer” nella palestra aziendale e chiacchierando del più, del meno, di arte, libri e musica, abbiamo scoperto che entrambi siamo musicisti. Lui è il mio esperto personale di musica con cui mi confronto ed attraverso il quale ho avuto una spinta eccezionale nell’accrescere la mia conoscenza di autori e generi e di nuovi ed acuti punti di vista ed osservazioni. Con lui poi abbiamo iniziato a suonare perché lo aiutavo a produrre le sue cose sulla DAW (Digital Audio Workstation, i programmi utilizzati per produzione musicale), a dargli corpo e forma e a scambiarci pareri. Poi così, naturalmente, abbiamo iniziato a voler scrivere qualcosa insieme. Abbiamo pubblicato in maniera indipendente un album ambient elettronico ed abbiamo in cantiere un altro album, di canzoni questa volta.

Che rapporto hai oggi con la musica classica?
La musica classica è sempre nel mio DNA. Sono nato e cresciuto facendo puzzles sotto il pianoforte che mia madre suonava quando tornava da lavoro la sera. Non posso prescindere da lei, anche quand scrivo “canzonette”. Mi ha dato le basi, i fondamenti della conoscenza musicale, la teoria, lo studio dell’armonia, dei rapporti tra le note, delle infinite combinazioni e mutazioni di questi rapporti nel corso dei secoli ed il mutare dell’estetica. La ascolto sempre con piacere quando ho bisogno di momenti di profonda intimità o quando mi accorgo che perdo un attimo il senso più profondo della musica. Quella che per noi è musica classica una volta erano le hit ed hanno davvero tanto da insegnare anche al Rock’n’Roll. Forse un giorno “Se telefonando” di Mina potrebbe diventare “classico” come un Lied di Schubert, così come i valzer viennesi son diventati per noi classici ma alla fine dell’Ottocento era praticamente la musica da baléra o la disco.

Questo è un sito dedicato soprattutto agli studenti, quindi non possiamo lasciarti andare senza chiederti qualcosa in più riguardo il tuo percorso scolastico.
Oddio, tasto dolente! Dopo le medie, come tutti sapranno, ci sono le superiori. Io volevo fare l’artistico, mia madre voleva impormi il classico. Dopo una dura trattativa dove le dissi che piuttosto che fare il liceo classico sarei andato allo scientifico, lei mi iscrisse allo scientifico ma obbligandomi a fare il PNI. Quando poi toccò all’università caddero tutte le barriere impositive di colpo e scelsi in autonomia – e stranamente supportato – musicologia presso la statale di Milano. Ci misi un po’ a laurearmi alla triennale perché nel frattempo lavoravo, ero andato a vivere da solo e volevo anche divertirmi ed uscire come tutti i ragazzi. Nel frattempo facevo anche teatro e suonavo ma le giornate sono sempre di 24 ore. Qualche anno fa mi sono iscritto alla magistrale in Scienze della musica e dello spettacolo che attualmente cerco di portare avanti da non frequentante fuori corso, lavoratore e musicista.

Prossimi step del tuo progetto musicale?
Voglio lavorare all’album di canzoni con TQM e poi sto pensando ad un mini ep contenente il singolo “Il mostro che hai dentro” e di cui ho già in mente un possibile titolo ma non ve lo dirò adesso perché sono ancora in fase di gestazione. Poi ho in fieri, nel mio eclettismo musicale, una serie di tracce tra la house e la techno. Per tutti gli sviluppi stay tuned e seguitemi, vi terrò aggiornati!

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