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DAD, ma da un altro lato: “Accendete le videocamere mentre parlo”

DAD, ma da un altro lato: “Accendete le videocamere mentre parlo”

La didattica a distanza (o DAD) ha cambiato il modo di fare lezione, ma non le nostre abitudini. Chissà se siamo davvero pronti al cambiamento. Con l

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La didattica a distanza (o DAD) ha cambiato il modo di fare lezione, ma non le nostre abitudini. Chissà se siamo davvero pronti al cambiamento.

Con la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza Covid, la nostra cameretta è diventata l’aula delle lezioni, la scrivania o il tavolo del soggiorno il nostro banco. Dietro ciascuna finestrella nello schermo della riunione si nasconde un universo, immerso nel mondo della DAD (sì, la didattica a distanza).

Il consueto “ascoltatemi mentre spiego” è stato sostituito dal nuovo “accendete le videocamere mentre parlo”. Una ad una le finestrelle si illuminano e inquadrano lo studente dall’altro lato, talvolta impegnato in attività di vario genere. Per coloro che non aprono la videocamera alla richiesta si può tranquillamente supporre che stiano dormendo o curando altri affari.

Il classico ritardatario appare con la tazza fumante, intento a fare colazione, o in pigiama e assonnato, spettinato. Se invece si tratta di un professionista, accederà in ritardo alla lezione virtuale, così come entrava a scuola dalle 8:20 in poi, col vantaggio di non dover passare dalla presidenza per l’autorizzazione.

Qualcuno mangia, qualcuno accarezza il cane o il gatto. Gli smanettoni al cellulare, esperti navigatori dell’Internet e pionieri della ricerca sui social, possono ora svolgere la propria attività in maniera quasi del tutto indisturbata ed estremamente più professionale, utilizzando il computer al posto dello smartphone.

Le risatine soffocate e il bisbiglio soffuso che accompagnava le lezioni sono stati comodamente sostituiti da una chat di gruppo su WhatsApp silenziosa ed efficace, ma i disturbatori seriali non mancano di certo. Fratelli rumorosi, genitori analfaelettronici (sì, è un neologismo) in richiesta d’aiuto o impiccioni e vicini rumorosi tentano di minare l’equilibrio e l’ecosistema della didattica a distanza. A disturbare poi, tra gli studenti, c’è sempre chi lascia il microfono acceso e magari se ne va.

L’ambiente didattico digitale offre, inoltre, fantasiose soluzioni per sfuggire a scomode richieste come interrogazioni o inopportune domande del tipo “mi stavi ascoltando?”. Mi dispiace prof, ho un problema di connessione.
Per fortuna, c’è anche chi prende appunti!
(Si scherza, eh!)

#FacceCaso

Di Luca Matteo Rodinò

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