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USA a sostegno del progetto Cairo dell’Università di Udine

USA a sostegno del progetto Cairo dell’Università di Udine

Il progetto di ricerca scientifica “ Cairo ”, che ha l’obiettivo di realizzare un sistema informatico che funga “segugio digitale”, sarà finanziato co

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Il progetto di ricerca scientifica “ Cairo ”, che ha l’obiettivo di realizzare un sistema informatico che funga “segugio digitale”, sarà finanziato con 60.000 dollari dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

Sempre più spesso assistiamo a progetti di ricerca nostrani sorretti da finanziamenti stranieri invece che italiani. Ne è esempio il progetto di ricerca biennale “ Cairo ”, lanciato dall’Università di Udine, che si propone di sviluppare un sistema informatico per individuare e tracciare la presenza di oggetti nello spazio e nel tempo.

Questo, viene finanziato dall’Office of Naval Research Global (ONRG) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti con 60.000 dollari.

Detto così potrebbe sembrare qualcosa di molto strano: a cosa servirà il sistema informatico oggetto della ricerca Cairo?

Oggetto della ricerca è lo sviluppo di un sistema informatico simile ad un “segugio informatico”, che potrà essere utilizzato tramite sensori, telecamere, radar, sonar e microscopi e che servirà per registrare tantissime informazioni e metterle insieme per verificare la posizione di un oggetto nello spazio e nel tempo.

Proprio per il tipo di funzione assegnata al sistema è facile comprendere come questo potrà avere un ampio utilizzo nei campi più disparati, tra i quali la medicina, la sicurezza, l’informatica, la robotica e la visione artificiale. Tutto sta nel fine del suo utilizzo: ad esempio nella medicina si pensa che possa essere utilizzato per individuare la posizione e lo spostamento delle cellule tumorali, così da agire prontamente per contrastarle.

Il progetto di ricerca Cairo dell’Università di Udine, coordinato da Lauro Snidaro, Professore di Creative Computing e coadiuvato dal dipartimento di Scienze Matematiche del professor Gian Luca Foresti, “si propone come un approccio pioneristico al problema del tracciamento applicando il processo di “fusione dati”, cioè la combinazione sinergica di diverse fonti di dati. Ci attendiamo un miglioramento degli algoritmi utilizzati in queste operazioni in termini di prestazioni e robustezza, con ricadute immediate in diversi settori, quali, ad esempio, sicurezza e medicina”. Queste, le parole dello stesso Lauro Snidaro.

Il progetto dell’Ateneo friulano è molto ambizioso ma c’è chi, fuori dall’Italia (purtroppo ancora una volta), ha già colto le enormi potenzialità dei risultati che potrebbero derivarne.

#FacceCaso

Di Lorenzo Maria Lucarelli

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