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Ultimo giorno di scuola: un ricordo indelebile. Per tutti. Sempre

Ultimo giorno di scuola: un ricordo indelebile. Per tutti. Sempre

Un’ode all’ultimo giorno di scuola, rivolto a tutti i giovani studenti e studentesse, ma anche a chi si ritrova per la prima volta a non doverne affro

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Un’ode all’ultimo giorno di scuola, rivolto a tutti i giovani studenti e studentesse, ma anche a chi si ritrova per la prima volta a non doverne affrontare.

Ultimo ultimo giorno di scuola, di liceo, ancora me lo ricordo…
Non sono così anziana, era solo un anno fa nonostante ciò mi sembra sia passata una vita.
Mi ricordo l’emozione di ripercorrere per le ultime volte quei corridoi, gli stessi dove la mattina correvo con lo zaino in spalla perché ero perennemente in ritardo; l’eccitazione di sedersi per l’ultima volta su quel banchetto che mi ha ospitata per cinque lunghi anni e di poggiare la borsa ormai vuota a terra vicino a qualche cartaccia.

Gli ultimi “Buongiorno!” ai miei compagni di classe, che puntualmente mi chiedevano come facessi ad essere così di buon umore di prima mattina.

Gli ultimi “Arrivederci prof, ci vediamo all’esame!” a quelle persone che ho salutato per anni, di cui in realtà ho avuto paura a volte, che mi hanno rimproverata quando chiacchieravo troppo, ma che mi hanno anche aiutata e fatta ridere (non che io abbia trovato divertente materie come fisica…).

Certo, i professori del liceo possono essere “particolari”, ma tutti nella nostra vita abbiamo avuto quel Prof, quello con la P maiuscola, che ci rimarrà impresso nel cuore. Io sono stata fortunata perché ne ho avuto più di uno.

E poi un buon 50% dei miei ricordi legati alla scuola è dovuto a loro, come quella volta che mentre il mio insegnante di scienze spiegava la differenza fra una roccia sedimentaria ed una magmatica, un pallone è volato in classe e l’ha colpito in fronte.
L’aria che si respira l’ultimo giorno di scuola poi-oltre ad essere atrocemente calda- è un misto di trepidazione e di malinconia. Ti senti come se avessi un piede nel futuro ed uno ancora immerso nei ricordi di cinque lunghi anni. Mentre la tua testa pensa al fatto che hai la maturità -o che hai prenotato le vacanze per Mykonos se non sei ancora in quinto-.

Insomma so come ci si sente ed ora all’università mi sembra tutto così diverso.
Mi sento cresciuta e più indipendente, come se avessi in mano io le redini della mia vita.
Certo ciò comporta anche una terribile paura di fare scelte sbagliate, rimanere indietro, a volte sentirmi sola e sentire l’assenza dei miei compagni di classe o di alcuni vecchi professori.
Lo ammetto, mi manca un po’ il liceo quella leggerezza di andare a scuola senza capire appieno l’importanza di quei giorni, di finire a giugno, andare in vacanza e tornare a settembre nello stesso luogo con le stesse persone, senza dovermi preoccupare troppo del futuro.

Eppure sono contenta che sia finita, e spero lo siate anche voi giovani in via di concludere il capitolo “LICEO” della vostra vita. È un capitolo lungo, anzi forse è un intero libro, ma sappiate che fa parte di una saga, non siete curiosi di andare avanti?

#FacceCaso

Di Alice Fuschiotto

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