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‘Sexting’: quel sesso online che ci sta conquistando

‘Sexting’: quel sesso online che ci sta conquistando

Solo il 15% dei genitori sa cosa facciamo con social e smartphones. Noi continuiamo. Ecco perchè dovremmo smettere. Suona il cellulare. Un messaggio.

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Solo il 15% dei genitori sa cosa facciamo con social e smartphones. Noi continuiamo. Ecco perchè dovremmo smettere.

Suona il cellulare. Un messaggio. ‘Tizio/Tizia ti ha inviato un immagine’. Sblocca. Apri. Download. Wow. Scatta foto/video. Invia. Doppio tick. Wow.
Potremmo definirlo il lato oscuro dei social network e degli smartphone. Un fenomeno per lo più sconosciuto sebbene sia tra i più utilizzati. Diamogli un nome: ‘sexting’. In soldoni, lo scambio, tra i ragazzi, di foto o video dal contenuto sessualmente esplicito. Per capirci meglio, la foto della tua amica in reggiseno e mutande o del tuo amico appena uscito dalla doccia. Ah, ovviamente anche pubblicare sui vari social foto osè ha lo stesso valore.
Una percentuale significativa riguarda le mamme e i papà: stando ad uno studio della Federazione italiana sessuologia scientifica (Fiss), appena il 15% dei genitori italiani è a conoscenza dei nostri movimenti sui social network. Ficata. Sì, ma non del tutto. Innanzitutto perchè magari non ci pensiamo, ma questi post hanno un peso specifico nella nostra vita di tutti i giorni e lo avranno soprattutto in futuro. Bisogna tener conto del fatto che ormai quasi tutte le aziende, società o privati che siano, controllano i profili social di chi fa domanda da loro per un posto di lavoro. Una buona immagine di sé anche a livello multimediale può risultare determinante.

  • L’aspetto interiore

    Che impatto ha il sexting sul nostro subconscio? Come sottolineato da Piero Stettini, professore di Psicologia generale e Psicologia clinica presso l’Università di Genova e componente del Consiglio direttivo della Fiss, uno dei “rischi è quello di una sessualizzazione dove le emozioni sessuali sono sempre più sganciate dalla fisicità, dalla presenza reale e corporea dell’altro, con una frammentazione che può favorire una oggettivazione sino alla mercificazione dei corpi, in particolare di quello femminile”.

  • Il messaggio nel messaggio

    Il lasso di tempo utilizzato dal nostro dito per premere ‘invia’ è inversamente proporzionale a quello utilizzato dal nostro cervello per pensare ‘ok, aspetta un secondo’. Innegabile dai. Spesso, però, il nostro calcolo delle conseguenze non è così impeccabile. Non ci pensiamo, ma questa moda del sexting porta un effetto domino incontrollabile. A tal proposito, la Fiss ha detto chiaramente che “anche il cyberbullismo, fenomeno in forte crescita, è spesso associato al ‘sexting’: la diffusione incontrollata del materiale messo in rete, l’anonimità e l’indebolimento delle regole etiche nel web, l’assenza di limiti spazio-temporali rendono il bullismo elettronico molto più pesante e insidioso del bullismo ‘classico’. Sono sempre più numerosi – ricorda la Federazione – i minori perseguitati via web tramite l’uso di loro immagini sessuali e la loro sofferenza psicologica è particolarmente intensa, in casi eccezionali può portare i ragazzi anche verso gesti estremi”. Un altro aspetto è il possibile ampliamento del cosiddetto ‘grooming’ sul quale la Fiss si è espressa in maniera molto chiara: “Teniamo presente che l’offrire da parte dei giovani immagini particolarmente provocanti di sé sulla rete (magari sul profilo di un social network) può attirare adulti potenzialmente abusanti che dopo aver conquistato la fiducia delle vittime con tecniche di manipolazione psicologica, possono indurle a superare le resistenze e instaurare con loro una relazione intima o sessualizzata”.

Suona il cellulare… Facce Caso…

A cura di _Riccardo Zianna_

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