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Quell’agricoltura snobbata da molti oggi genera occupazione

Quell’agricoltura snobbata da molti oggi genera occupazione

I dati parlano chiaro: le assunzioni al Sud sono cresciute dell'11%. E' un record. E anche per noi c'è un aumento del 10%. “Due braccia tolte all'agri

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I dati parlano chiaro: le assunzioni al Sud sono cresciute dell’11%. E’ un record. E anche per noi c’è un aumento del 10%.

“Due braccia tolte all’agricoltura”. Quante volte vi siete sentiti dire una frase simile. Simpaticissima. Sì, non sai le risate. Eppure, oggi, investire nell’agricoltura non sarebbe un azzardo. Quella parte di settore primario che spesso snobbiamo o a cui non facciamo proprio caso è in netta crescita, genera posti di lavoro e suggerisce stimoli e opportunità.
La Coldiretti ha dato i numeri (non in quel senso) seguendo le cifre dell’Istat sul secondo trimestre dell’anno: nel 2015, si è registrato un vero e proprio boom per l’agricoltura, con un 10% in più di ragazzi sotto i 35 anni impegnati in questo campo. Se restringiamo lo studio solamente al Sud, la percentuale raddoppia, arrivando al 21%.

  • Sondaggio incredibile

Un sondaggio di Coldiretti/Ixè ha invece messo in luce un ulteriore dato difficile da credere per i più scettici: il 68% dei giovani in Italia sogna di lavorare in campagna con raccolta di frutta e vendemmia come “indirizzi” preferiti.
Statutario, il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo è intervenuto alla Giornata dell’Agricoltura italiana ad Expo dicendo che “le campagne possono offrire prospettive di lavoro sia per chi vuole intraprendere con idee innovative che per chi vuole trovare una occupazione anche temporanea ed è anche per questo che noi non possiamo tollerare oltre, forme di lavoro, come il caporalato, che fanno retrocedere il Paese agli inizi del ‘900 e poco importa quanto siano isolate”. “Contro quel tipo di sfruttamento” -ha aggiunto Moncalvo – “si sono battuti i nostri bisnonni e i nostri nonni, portando a casa conquiste di civiltà del lavoro che sono diventate universali”.

Probabilmente, quelle “due braccia” saremo proprio noi a “restituirle” all’agricoltura.

Di _Riccardo Zianna_

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