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Medicina, ecco i risultati dei test… anzi no!

Medicina, ecco i risultati dei test… anzi no!

Nel pomeriggio di ieri è stata resa nota la graduatoria degli esami ma il tutto è in forma anonima. 'Disagio', come termine per definire la situazione

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Nel pomeriggio di ieri è stata resa nota la graduatoria degli esami ma il tutto è in forma anonima.

‘Disagio’, come termine per definire la situazione in cui versano gli aspiranti studenti in Medicina, sembra addirittura troppo soft. Nel pomeriggio di ieri, infatti, è stata pubblicata la graduatoria dei test di medicina e chirurgia 2015 nella quale sono stati riportati il codice del compito e il punteggio totalizzato dal singolo candidato. Tutto a posto quindi? Mmmm non proprio! L’Unione degli Universitari ha infatti detto che “tuttavia gli studenti non potranno sapere oggi qual è il loro compito non avendo ricevuto alcun codice di riconoscimento della loro prova, come avveniva negli anni passati, e saranno costretti ad attendere il 2 ottobre per vedere il proprio punteggio personale e addirittura il 7 ottobre per la graduatoria pubblica e sapere così l’esito del proprio destino”.
La storia è sempre quella in realtà: ci chiedono puntualità, precisione e responsabilità e poi… Va beh. L’Unione Universitari ha poi giustamente sottolineato i problemi economici che tale attesa provoca nelle famiglie degli studenti fuori sede, le quali saranno costrette ad attendere per procedere alla ricerca di una casa per i propri figli, versando dunque in uno stato di totale incertezza e dovendomi poi adeguare poi con alloggi economicamente più svantaggiosi”.
Un altro giustissimo allarme arriva da Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale Udu, che ha messo in luce un bivio da non sottovalutare: “Dunque gli studenti si trovano dinnanzi ad una scelta: o immatricolarsi nei corsi locali per i quali hanno superato il test o attendere la graduatoria di medicina pubblica del 7 ottobre e sperare nel buon esito della prova”.

L’Università è quello step della nostra vita che probabilmente deciderà il nostro futuro. In un Paese in cui le parole d’ordine sono ‘apura’ e ‘disoccupazione’, questa ennesima presa in giro rischia di pesare (e non poco) sui già fragili sistemi nervosi di noi studenti.

Di _Riccardo Zianna_

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