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E il dirigente scolastico? Bisognava, bisogna, bisognerebbe, bisognerà fare qualcosa

Qual'è effettivamente il ruolo del dirigente scolastico in Italia? C'è chi insinua abbia troppo potere, chi sostiene non abbia voce in capitolo. Ma è

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Qual’è effettivamente il ruolo del dirigente scolastico in Italia? C’è chi insinua abbia troppo potere, chi sostiene non abbia voce in capitolo. Ma è davvero così?

Il recente scandalo scatenato dal preside dell’Istituto comprensivo Garofani di Rozzano, Marco Parma che al posto della tradizionale festa di Natale aveva promosso una più “laica” festa d’Inverno, ha aperto un enorme dibattito su quale sia effettivamente il ruolo del dirigente scolastico. A prima vista sembrerebbe che i presidi abbiano la facoltà di agire in base alle loro personali convinzioni schiacciando dispoticamente le tradizioni degli istituti, il parere dei propri dipendenti e l’opinione degli studenti. Ma è davvero così? #FacceCaso

Nella scuola italiana il potere del preside è praticamente nullo dal 1990, anno in cui gli fu tolto qualunque potere disciplinare sull’alunno e allo storico collegio docenti venne affiancata la commissione sindacale di istituto (Rsu) ancora oggi in vigore. Dirigere le scuole è sempre più difficile perché il dirigente scolastico è costretto a trattare ogni questione sia col collegio docenti che con la Rsu, nonostante siano materie estremamente diverse.

L’unica ancora di salvezza in questo oceano di disordine è quello di associarsi a qualche organizzazione sindacale o a gruppi di colleghi che si coordinano tra loro.. del resto si sa, mal comune mezzo gaudio.

Le sue “decisioni” se così possiamo definirle, sono quindi indotte da meccanismi più grandi di lui, spesso e volentieri pilotate da vari schieramenti sindacali, politici, culturali e chi più ne ha più ne metta.

L’unica cosa che appare limpida in questo marasma, è la totale assenza del ministero. O meglio, il ministero c’è, ma interviene in modo inappropriato su questioni forse troppo distanti da lui. Gestisce con prepotenza il personale, i programmi e le risorse non curante dell’impatto che i suoi interventi hanno negli istituti e in primo luogo nei dirigenti scolastici. Se il preside operasse in un’area territoriale non troppo estesa, sotto il controllo di un ufficio scolastico distrettuale forse tutto sarebbe più semplice. I dirigenti dell’ufficio scolastico distrettuale sovraordinati a 20-30 presidi diventerebbero il mezzo di comunicazione diretto tra istituti scolastici e ministero. Mettendo fine agli uffici scolastici provinciali, ormai praticamente inutili ed introducendo due o trecento dirigenti ci sarebbe la possibilità di migliorare l’attuale linea di comunicazione (ad oggi praticamente assente), mantenendo invariati i costi. A quel punto però, i vertici ministeriali dovrebbero iniziare a lavorare sul serio, questo in fondo è il vero problema.

Di Francesca Romana Veriani

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