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A Udine è guerra tra medici universitari e ospedalieri

Gli ospedalieri accusano gli universitari di lavorare ai servizi ospedalieri solo la metà del tempo Il protocollo d’intesa tra Regione e Università d'

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Gli ospedalieri accusano gli universitari di lavorare ai servizi ospedalieri solo la metà del tempo

Il protocollo d’intesa tra Regione e Università d’Udine e Trieste genera malumori in Friuli. A lamentarsi, medici, chirurghi, odontoiatri ospedalieri che notano una disparità tra loro ed i colleghi universitari. La Regione spiana la strada ai medici che si occupano anche di ricerca e didattica, e chi garantisce solo assistenza, ovvero servizi ai cittadinifanno sapere i medici arrabbiati per voce dei loro sindacalisti, i quali rimarcano ulteriormente che “il numero di strutture la cui condizione è riservata, temporaneamente o definitivamente, all’Università è del tutto sproporzionato in eccesso rispetto al numero di medici universitari e ospedalieri presenti: gli universitari sono 55 su 500 a Trieste, e 56 su 645 a Udine, rispettivamente l’11% e l’8,7%”.

Altre contestazioni arrivano pure dai primari, i quali si pronunciano sulla propria professionalità e sulle proprie funzioni, ribadendo che verrebbero respinte al mittente accuse di “ostilità verso l’università”. C’è però da ammettere che per gli universitari le 38 ore settimanali sono coperte, per il 50%, da attività legate alla ricerca e alla didattica, il che agevola notevolmente il loro percorso lavorativo lasciando molto più lavoro ai medici ospedalieri. Non volendo far parte assolutamente di alcuna delle due “fazioni”, c’è da osservare che, qualora i numeri fossero veri, raggiungere il 50% di ore settimanali con servizi di tipo universitario farebbe ricadere sui non-universitari una mole di lavoro notevole, tuttavia va anche detto che insegnare o fare ricerca non è proprio come dormire tutto il dì. Staremo a vedere.

Di Giulio Rinaldi

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