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Minerva vs Harvard: l’ennesima rivoluzione americana

Minerva vs Harvard: l’ennesima rivoluzione americana

Corsi online, seminari e professori in videoconferenza, ecco il piano di attacco. Di Ludovica Gentili I cambiamenti portano sempre a qualcosa di buono

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Corsi online, seminari e professori in videoconferenza, ecco il piano di attacco.

Di Ludovica Gentili

I cambiamenti portano sempre a qualcosa di buono? E se a cambiare fossero i sistemi di formazione tradizionali? Cosa direbbero Seneca, Platone, Ungaretti o Leopardi di questi anni?
Sono questi gli interrogativi di una società come quella odierna che, sottoposta ad una costante innovazione, non sa più che strada intraprendere.

Non si è ancora ben capito quanto il XXI secolo abbia portato di buono, ciò che sicuramente al contrario è molto chiaro è che il sistema universitario tradizionale è fortemente in crisi. Uno dei primi segnali di squilibrio arriva dagli Stati Uniti, dove le più prestigiose Università del continente, subiscono la minaccia di una rivoluzione che vede nel nuovo modello “ formazione di alto livello ma a metà prezzo” la chiave di volta per la sapienza. Nomi come Harvard, Stanford, Yale, capisaldi del sistema educativo americano, vengono sfidati da una nemica acerrima : Minerva.

Nata a San Francisco nel 2012 da “padre” statunitense, l’imprenditore Ben Nelson, Minerva offre corsi di studio quadriennali e itineranti. Non esiste un campus, non ci sono biblioteche dove gli studenti possono incontrarsi per studiare e non ci sono professori perchè tutto è fatto online, sfruttando al meglio il web e le nuove tecnologie. Insomma a San Francisco si studia tutti sul mac. È così che la “Dea della Sapienza” ha sfidato gli Atenei americani, proponendo un sistema del tutto innovativo e meno dispendioso. Si sa, il sapere è per pochi, le università statunitensi sono un sogno che costa caro, e così molti preferiscono un’organizzazione più semplice e più economica, e se a Yale una retta costa 40 mila dollari, alla Minerva ne bastano 28. Ecco quindi che gli atenei più rinomati d’America riscontrano un notevole calo di iscrizioni e il sistema dell’istruzione affronta un periodo di profonda crisi insieme ai giovani che, sottoposti ad una richiesta economica elevata per le loro possibilità finiscono per scegliere un’altra strada.

Certo è che in un mondo dove filosofi e letterati vengono sovrastati e talvolta offuscati da personalità come Mark Zuckemberg o Steve Jobs, esempi di una nuova era, si fa sempre più insistente l’interrogativo: “omologarsi ai nuovi schemi formativi oppure difendere il sistema educativo tradizionale?”

Ai posteri l’ardua sentenza.

Di Ludovica Gentili

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