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Gli investimenti stanno a Zero ad Alessandria

Gli investimenti stanno a Zero ad Alessandria

E l'università fatica... Ad Alessandria, sponda università, stiamo assistendo ad un paradosso, il paradosso dell’“inversamente proporzionale”. Cresce

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E l’università fatica…

Ad Alessandria, sponda università, stiamo assistendo ad un paradosso, il paradosso dell’“inversamente proporzionale”. Cresce il numero di iscritti al Dipartimento di Scienze, decrescono gli investimenti. Sale il numero di studenti, decrescono gli investimenti nell’università. Crescono le necessità degli studenti, decrescono gli investimenti. Decrescono? No, sono pari a 0 ormai. Il dipartimento ormai conta circa 1770 iscritti, 48 professori, 31 ricercatori, 62 giovani ricercatori, 45 tecnici, oltre 250 pubblicazioni l’anno, 11 brevetti, 5 spin off, oltre 6 milioni di euro di strumentazione, 15 gruppi di ricerca. A proposito della situazione parla così Leonardo Marchese, direttore del Disit: “abbiamo tanti propositi, non vogliamo fermarci, vogliamo consolidare i corsi, limitare il tasso d’abbandono, potenziare i laboratori didattici e la ricerca. Ci servono finanziamenti. Servono contributi da parte del territorio, come è successo a Vercelli o a Novara. Il rischio vero? Perderla questa università. Qui parliamo e basta, dalle altre parti parlano meno e fanno, invece”.

Gli fa eco anche Andrea Cammalleri, consigliere del M5s, che lancia quasi un appello affinché l’università continui a perdurare: “Siamo qui a discutere ancora di Università, ma non abbiamo fatto passi in avanti. So di studenti che fanno fatica con i contratti d’affitto e con le utenze. L’autobus delle 13 è sempre strapieno e i ragazzi a volte non riescono a salirci. Bene, non siamo nemmeno riusciti a raddoppiare quella corsa. E poi non si può pensare ai buoni pasto in attesa della mensa? Si deve partire dalle piccole cose”.

Quelle che in Italia non guarda nessuno.

Di Giulio Rinaldi

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