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L’Hotel Patria di Palermo: sogno per gli studenti ormai tramontato?

Un edificio che da vent'anni deve diventare un alloggio per studenti. Il simbolo e il prodotto di un sistema che non funziona. Di Stefano Di Foggia Il

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Un edificio che da vent’anni deve diventare un alloggio per studenti. Il simbolo e il prodotto di un sistema che non funziona.

Di Stefano Di Foggia

Il 30 novembre del 1995 viene stipulata una convenzione tra l’Università di Palermo, la IACP e l’opera universitaria, oggi Ersu, per il recupero di alcuni immobili tra cui l’Hotel Patria. Da quel giorno cavilli burocratici e legali rallentano e bloccano più volte il restauro. Il 28 ottobre 2014 lo IACP comunica che sono stati finanziati i lavori di completamento. Solo il 24 settembre 2015, l’ente comunica che i lavori saranno completati in 100 giorni, entro il 24 dicembre. Proprio in quella data però i lavori si interrompono ancora, per un nuovo contenzioso tra l’Università, proprietaria dei piani alti dello stabile e un residente dei piani inferiori. Il 14 aprile il ricorso dell’Università viene rigettato e tutto si ferma. L’oggetto della disputa tra il residente e l’Università è una scala, fondamentale per il piano di sicurezza. Ad oggi quindi i lavori sono stati ultimati ma l’edificio non può essere consegnata all’Ersu in quanto non rispetta le norme vigenti.

Così dopo vent’anni di contenziosi e contestazioni, la storia dell’Hotel Patria non è giunta al suo epilogo. Sul suo futuro avevano scommesso in molti, sia l’Ersu che avrebbe dovuto ricevere in gestione lo stabile, sia gli studenti. Il Collettivo autonomo universitario, per qualche anno, ha dato vita ad uno studentato autogestito, un’esperienza positiva a detta di occupanti e residenti del quartiere. I ragazzi però appena necessario, hanno sgomberato i locali per permettere la prosecuzione dei lavori, confidando in una soluzione istituzionale.

Il 22 aprile, per denunciare la situazione e riaccendere i riflettori su questa storia, il presidente dell’Ersu, Alberto Firenze, ha tenuto una conferenza stampa sulla terrazza dell’Hotel Patria. Il presidente ha usato toni forti, di condanna e di sfida: “Questo luogo rappresenta un pezzo della nostra storia, qui spesso venivano a mangiare Falcone e Borsellino. Avevamo un bel progetto ideato con Ikea Italia, di coinvolgere gli studenti nell’assemblaggio dei mobili, per fare di questi locali uno spazio che realmente fosse sentito come proprio dagli studenti. Ho preso un impegno con i ragazzi, ho condiviso con loro un percorso. Abbiamo fatto attivare un servizio di vigilanza h24 con grande onere finanziario per l’Ente, investendo molto su un immobile di cui l’Ersu non è proprietario ma destinatario finale”.
Il presidente ha denunciato la difficile collaborazione con la Regione, aggiungendo: “Solo da poco è arrivato il contributo di funzionamento che la regione Sicilia deve dare dal 2015. A questo punto, chiudiamo tutto e andiamocene da questa terra. La regione così facendo sembra che non voglia investire sui giovani”.
Firenze ha lanciato un appello che ha i toni della sfida: “Ciò che mi sta a cuore è che gli studenti entrino e sono pronto a dimettermi se questo non averrà. In questi giorni incontrerò il rettore Fabrizio Micari in quanto l’Università è proprietaria della struttura. Mi rivolgo a lui, al sindaco Leoluca Orlando, al presidente della regione Rosario Crocetta affinché si collabori per aprire la struttura entro il prossimo anno accademico”.
Ha poi concluso: “Non so più a chi rivolgermi. A breve lanceremo un flash mob di cui saranno protagonisti gli studenti”.

Di Stefano Di Foggia

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