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Cubetto depotenziato, milioncino risparmiato

Cubetto depotenziato, milioncino risparmiato

La squadra mobile di Modena sta indagando sulla ricostruzione della scuola Frassoni di Finale Emilia. Sotto accusa due ditte leader del Nord Italia. D

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La squadra mobile di Modena sta indagando sulla ricostruzione della scuola Frassoni di Finale Emilia. Sotto accusa due ditte leader del Nord Italia.

Di Giulia Pezzullo

Nel 2012, l’Emilia Romagna fu colpita da un violentissimo terremoto che rase al suolo costruzioni di ogni genere, causando forti disagi a tutta la popolazione. Partirono subito i piani di ricostruzione post – sisma grazie agli aiuti provenienti sia da fondi pubblici sia da donazioni private di un comune francese gemellato con l’Emilia.

L’epicentro fu stabilito a Finale, un paese che risultò gravemente compromesso a causa delle scosse e anche gli edifici più nuovi subirono danni sostanziosi.
Uno tra questi fu la scuola media Frassoni, centro importante per la vita dei cittadini.

Subito dopo il sisma, 5 milioni di euro furono destinati alla ricostruzione della struttura e il lavoro fu affidato a due ditte famose del Nord Italia: Betonrossi Spa e A&C, due aziende leader nel settore dell’edilizia che, tuttavia, in questi giorni si sono cacciate in un bel guaio.

A poche ore dalla riapertura della scuola, la squadra mobile di Modena ha bloccato l’inaugurazione e ha iniziato un’indagine specifica sulle modalità di costruzione della Frassoni:

il cemento, infatti, non è a norma.

In una zona ad alto rischio sismico, il cemento dovrebbe rispettare delle rigide norme di sicurezza per garantire un’adeguata resistenza del materiale in qualsiasi circostanza; tuttavia, sembra che il cemento utilizzato per la ricostruzione sia ‘depotenziato’, ossia non rispetti affatto nessuno dei parametri fondamentali.

Questa indagine è, tra le altre cose, frutto di un’altra serie di investigazioni riguardanti il traffico di droga.

I poliziotti della squadra mobile stavano seguendo delle intercettazioni telefoniche nelle quali si sentiva spesso parlare di certi “cubetti”; inizialmente pensarono tutti ad un taglio di stupefacenti, ma in seguito ad altri dettagli si giunse alla scuola di Finale Emilia. Le ditte coinvolte avevano pertanto messo su un bel marchingegno per utilizzare il minimo di quei 5 milioni di euro di fondi: ai laboratori di analisi inviavano i cubetti di cemento giusti mentre in cantiere utilizzavano quelli depotenziati.
C’è l’ipotesi dello zampino della ‘ndrangheta emiliana e c’è l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato.

Come se non bastasse, la scuola media Frassoni era stata classificata come la zona più sicura di tutto Finale Emilia e, in caso di terremoto, sarebbe dovuto essere il porto sicuro di tutti i cittadini. Il Comune di Finale, in ogni caso, non è stato coinvolto nelle indagini e non è sotto accusa. Il prossimo e fondamentale tassello sarà l’incidente probatorio, tramite il quale si stabilirà in modo definitivo il grado di tenuta della struttura. La speranza è quella di chiudere il caso e di rendere sicura la scuola entro l’inizio del nuovo anno scolastico.

Per una volta siamo arrivati prima di qualche ipotetico crollo. Per ora, possiamo stare tranquilli.

Di Giulia Pezzullo

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