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Cinesate? Eccone una nuova

Cinesate? Eccone una nuova

Molti studenti universitari stranieri in America tendono a copiare e falsificare esami e domande di ammissione. Un'analisi del Wall Street Journal riv

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Molti studenti universitari stranieri in America tendono a copiare e falsificare esami e domande di ammissione. Un’analisi del Wall Street Journal rivela tutto.

In un mondo che guarda sempre di più alla fusione delle culture, è frequente trovare ambienti studenteschi ricchi di ragazzi provenienti da ogni angolo della terra. Questo fenomeno si verifica in modo particolare nelle università, dove il connubio di razze è all’ordine del giorno.

In America, tuttavia, culla dell’espansione multiculturale, si sta osservando l’aumento di casi di plagio tra gli universitari stranieri. Il presidente del Campus degli Studenti Cinesi e dell’Associazione degli Studenti dell’Università della California, David Qinqwen Fan, ha detto: “Vogliono godersi la vita. Sono impegnati a gestire la loro vita sociale. Quindi iniziano a imbrogliare“. Non è un caso che a parlare sia uno studente di un corpo accademico cinese perché i ragazzi coinvolti in questa faccenda sono per lo più cinesi, coreani e indiani che, oltre a portare 31 miliardi di dollari all’economia statunitense, hanno pensato bene di iniziare a barare durante i test e gli esami universitari.

Secondo il Wall Street Journal, infatti, nel solo anno 2014-2015 sono stati registrati 5,1 casi di copia e incolla ogni 100 studenti stranieri. L’analisi svolta ha messo anche in luce che questi ragazzi sono soliti scambiarsi i dati di accesso alle piattaforme universitarie e, addirittura, assumere un alter-ego per lo svolgimento dei compiti a casa. Su una base del 68% di studenti che hanno ammesso di aver barato agli esami almeno una volta, il numero di stranieri supera di molto quello dei ragazzi americani. Inoltre, già nel 2010 la CNN scoprì che il 10% delle domande di ammissione degli studenti cinesi conteneva test falsificati e ben il 90% delle lettere di raccomandazione era del tutto inventato.

La multicultura è interessante ed educativa, su questo non c’è dubbio. Ma sembra proprio che questi ragazzi dell’est non vogliano interagire in modo produttivo all’interno dell’ambiente universitario. Fosse stato il liceo, poco male; ma qui si parla di altro, del tassello prima della vita lavorativa. Ma un bell’esame di coscienza? Copierebbero anche quello? Chissà.

Di Giulia Pezzullo

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