Il Consiglio Generale della Repubblica di San Marino ha accolto ieri ufficialmente la proposta dei cittadini di installare distributori di profilattic
Il Consiglio Generale della Repubblica di San Marino ha accolto ieri ufficialmente la proposta dei cittadini di installare distributori di profilattici su tutto il territorio. Incluso nelle scuole superiori.
Di Silvia Carletti
Approda a San Marino una novità che in Italia è stato impossibile attuare:
i distributori di preservativi nelle scuole superiori.
Un po’ per i soliti motivi burocratici che in un territorio eterogeneo come quello italiano non trovano mai un punto di incontro, un po’ per il rifiuto assoluto di alcuni presidi delle scuole, i nostri edifici non sono provvisti di distributori.
La questione ora che è stata approvata nella Repubblica di San Marino ha lasciato ampio spazio a dibattiti politici e polemiche tra chi considera quest’iniziativa un “incentivo a fare sesso con chiunque capiti” e chi invece la ritiene un grandissimo passo avanti per la protezione e prevenzione dei ragazzi nei rapporti sessuali.
I prezzi dei condom che verranno distribuiti direttamente nella propria scuola sono notevolmente inferiori a quelli di mercato,
proprio per favorirne l’utilizzo e la diffusione tra i ragazzi che a volte ne trascurano l’importanza.
O che a volte si sentono troppo imbarazzati per comprarli: infatti sul territorio sammarinese non esistono distributori automatici, e chiunque abbia bisogno di acquistare preservativi deve “farsi coraggio” ed entrare all’interno delle farmacie. Dove abbiamo lasciato privacy e riservatezza? Bisogna pensare che per i più giovani, molti alle prime esperienze, acquistare un certo tipo di cose è un momento delicato. D’altra parte non possono certamente privarsene, perché ne va della loro sicurezza. Ecco perché l’istanza, presentata tra l’altro da un insegnante, è stata accolta in Aula con 23 voti favorevoli contro 15 contrari e sarà presto attiva su tutto il territorio.
Ci si augura che l’iniziativa possa non rimanere isolata e che sia d’esempio per gli italiani, che evidentemente non sono ancora pronti per questo tipo di aperture. Eppure, a Roma un tentativo da parte di un liceo (il Keplero) nel 2010 c’era stato, con la distribuzione di preservativi al prezzo di 2 euro (per tre pezzi) insieme a una campagna di sensibilizzazione verso l’Hiv e la prevenzione. Anche a Milano nel 2013 erano state avanzate dalla Provincia proposte per l’installazione di distributori in 150 scuole superiori, idea puntualmente declinata a causa dell’opposizione di numerosi genitori.
Quando riusciremo a capire che queste forme di “censura” non sono altro che effimeri moralismi da cui emerge l’arretratezza culturale di un Paese, inaccettabile nel XXI secolo, forse avremo imparato a vivere in maniera un po’ più laica ma un po’ più autentica. #FacceCaso.
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